mercoledì 6 ottobre 2010

SERATA GAV: "Architettura & Ri..Art"

Una 'contaminazione ecologica'
Il Gruppo Giovani Architetti di Varese (riassunto nell’acrostico GAV), nato pochi mesi fa con l’intento di raccogliere curiosità ed esigenze dei giovani professionisti del campo, si è ufficialmente presentato al pubblico lunedì 4 ottobre, inaugurando il ciclo di serate dedicate al legame tra l’Architettura e le altre forme d’arte.
Ospite, nonché relatore della serata, Ivo Stelluti, artista che modella le sue opere con materiali di recupero e scarti di lavorazioni industriali; titolo della conferenza, “Architettura & RiArt”.
L'importanza del riciclaggio e dell'ecosostenibilità infatti, sono stati al centro del “viaggio esperienziale”, che il giovane artista ha mostrato ai presenti durante la serata, mostrando come questi elementi abbiano coinvolto tutte le sfere di interesse della sua vita, dal lavoro, all’arte, dall’architettura alla poesia.
Tanto per cominciare, Ivo, oltre ad essere un artista, è un tecnico in materia di igiene industriale, ovvero analizza i materiali scartati e trova il modo per dar loro una nuova utilità. E, come nella vita quotidiana, così nell’arte, adotta la tecnica del riciclo e quella del riutilizzo per ottenere opere per così dire, ‘lunari’, nuovi mondi, realizzati con poliuretano espanso, hardware di vecchi computer, scarti di plastica, vernici che non danneggiano l’ambiente, e colori diluiti direttamente con la pioggia. Recupero degli scarti e attenzione al rispetto per l’ambiente sembrano paradossalmente “contaminare” anche le altre forme d’arte di cui Stelluti si serve, come la poesia e la musica: nel corso della serata l’artista diventa improvvisamente poeta, leggendo versi scritti da lui, odi alla natura e alle “Nuove Esplosioni Sensoriali”, e infine si tramuta in un dj dai tratti magici, suonando un theremin realizzato interamente con materiali di scarto.
Accanto alla sua esperienza personale, Ivo traccia anche una panoramica di come l’ecosostenibilità possa riflettersi in vari campi, tra cui la moda, il design, e soprattutto, l’architettura: mostrando immagini del Zentrum Paul Klee di Berna, della Città dell’Arte di Valencia e della Fondazione Beyeler di Basilea, l’artista riflette sulla bellezza e funzionalità di strutture, come queste, che si integrano perfettamente con la natura, senza recare eccessivi danni a livello ambientale ed estetico.
Nel percorso tracciato da Ivo Stelluti, una sorta di viaggio tra scienza, arte, architettura, musica e poesia, sembra essersi diffusa una vera e propria ‘contaminazione ecologica’ che lega tutte le forme artistiche con l’intento di trovare nuovi approcci ecosostenibili perché, come afferma Stelluti, citando il filosofo Leibniz, “bisogna cercare di vivere nel migliore dei mondi possibili”.

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