martedì 13 dicembre 2011

Seconda serata di confronto Premio "Rassegna lombarda di architettura Under 40"

Dopo il grande successo della prima serata dedicata al Premio Rassegna Lombarda di Architettura Under 40, indetto dalla Consulta Regionale Lombarda e coordinato, per l’ambito della provincia di Varese, dall’architetto Carla Moretti, martedì 29 Novembre si è svolto il secondo appuntamento che ha visto protagonisti i Menzionati e i Partecipanti iscritti all’Ordine di Varese.




Primo intervento, quello dell’architetto Giovanna Parola, (Ordine A.P.P.C. di Varese) menzionata per la Categoria “Nuove Costruzioni” con il progetto “Casa unifamiliare a Cocquio Trevisago”.A Giovanna Parodi è stato affidato il compito di realizzare un edificio con scopi abitativi all’interno di un terreno di 4 mila m² nel campo dei Fiori. Due le principali richieste dei committenti: ottenere una casa ecologica, conferire al fabbricato un aspetto semplice ed essenziale. Per soddisfare queste esigenze, l’architetto spiega di aver scelto di utilizzare in legno, materiale perfetto per regolare naturalmente l’umidità ed evitare dispersioni termiche, oltre che per garantire risparmio economico e velocità di costruzione. Due ulteriori elementi su cui l'architetto ha focalizzato la sua attenzione sono l'essenzialità dell'aspetto esterno e la luminosità dell'area living.


All’interno della stessa categoria, gli architetti Carlotta Torricelli, Sara Riboldi, Federica Granata (Ordine A.P.P.C. di Milano), sono state menzionate per il progetto la “Casa del custode a Caglio”. Nella fase progettuale gli architetti hanno dovuto affrontare due problematiche: la relazione della nuova abitazione con il paesaggio circostante e il dialogo con la casa già presente nel parco. Per farlo, gli architetti hanno pensato, anzitutto, di costruire l’edificio nella parte nord del giardino, per non interferire con la vista sul lago dell’altra abitazione, e di seguire la topografia del terreno. La casa, infatti, è costruita sul dislivello creato da una piccola collina e si colloca in continuità con il giardino, poiché una parete corrisponde al muro di recinzione del parco.

Per la Categoria “Ristrutturazioni” la menzione è stata assegnata agli architetti Filippo Mantovani e Elena Bellini (Ordine A.P.P.C. di Mantova) con il progetto “Addizione del volume sagrestia, realizzazione dell’ancona e ricomposizione degli spazi interni dell’Oratorio della Confraternita delle Quarant’ore”. Il lavoro si è svolto su due fronti: da un lato si è proceduto al restauro conservativo della chiesa -trovata in condizioni pessime-, per la quale è stato utilizzato materiale isolante, sono stati restaurati gli elementi decorativi e recuperate alcune scritte e dettagli artistici. E' stato anche aggiunto un volume nuovo, per ospitare la sagrestia: si tratta di un corpo dichiaratamente non mimetico, con lucernario sporgente, un piccolo parallelepipedo con un’apertura che permette di far entrare la luce dell’ovest, quella calda e suggestiva del tramonto, orario in cui, nella chiesetta, viene celebrato il vespro.

La parola è passata poi all’architetto Daniele Gertrudi, componente, insieme a Pierfrancesco Seclì e Luigi Trentin, della Giuria Esaminatrice Regionale. Gertrudi ha espresso tutto il suo apprezzamento per questa iniziativa e ha anticipato che presto verrà effettuata una pubblicazione con i progetti dei vincitori e dei menzionati.





Nella seconda parte della serata hanno illustrato i loro progetti i partecipanti al Premio iscritti dell’Ordine Architetti Varese. L’architetto Fabio Marchesi, con il progetto per il “Centro di ricerca documentale della linea Cadorna e della Battaglia di San Martino”, ha effettuato un intervento di recupero di parte del centro storico di Cassano Valcuvia, ristrutturando un fabbricato e aggiungendo un nuovo corpo su tre livelli, con un’area pensata come luogo espositivo per i reperti legati alla linea Cadorna e alla Battaglia di san Martino e una zona dedicata ad un negozio con prodotti tipici della zona. I diversi piani sono collegati da una scala elicoidale che richiama il senso del percorso, con un’eco particolare alla linea Cadorna. I materiali utilizzati sono compatibili e al passo con le nuove normative energetiche (malte e intonaci naturali, pannelli fotovoltaici); il rivestimento esterno dell’edificio è stato realizzato con doghe di larice.

Gli architetti Simone Natoli, Andrea Gradegrada, Giovanni Munafò si sono imbattuti nella riqualificazione di un edificio residenziale ottocentesco a Sesto San Giovanni. Il loro approccio è stato un tentativo di reinterpretazione dei frutti della stratificazione architettonica attraverso tre tematiche: il recupero del manufatto, l’inserimento di elementi contemporanei e la sopraelevazione. Particolare attenzione è stata dedicata anche ai muri, forati in certi punti, smaterializzati in altri, in modo tale da creare un’alternanza dinamica tra spazi vuoti e aperti.


Infine, gli architetti Simone Fuso e Fabio Beverina hanno partecipato al Premio con un progetto di restauro di una ghiacciaia ad Azzio. Dopo un’operazione di demolizione per creare un ingresso nuovo, i due giovani hanno realizzato un soppalco a pianta circolare sostenuto da tiranti, frutto della collaborazione tra ingegneri e architetti. Il risultato è un ambiente in cui si respira concretamente la storia, uno spazio alternativo per esposizioni, mostre ed eventi suggestivi.

venerdì 2 dicembre 2011

L'insostenibile bellezza della nostra professione: tra passato, presente e futuro

L’insostenibile bellezza della nostra professione: tra passato, presente e futuro
A condurre la conferenza del 28 Novembre all’Ordine Architetti Varese sono state due illustri personalità, Leopoldo Freyrie, Presidente del Consiglio Nazionale Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori e Lorenzo Bellicini, direttore tecnico del CRESME. Insieme all’architetto Massimo Giuliani, Leopoldo Freyrie e Lorenzo Bellicini hanno dedicato la serata all’“insostenibile bellezza” della professione dell’architetto, ma anche al grande carico di responsabilità che questo ruolo comporta, soprattutto in un’ epoca, come quella attuale, segnata da cambiamenti di portata epocale. Una conferenza, quella di lunedì, dai toni seri, disincantati, ma anche, in un certo senso, ottimisti.

“Il sogno degli architetti è di fare cose che li soddisfino e di essere un ingranaggio all’interno del meccanismo di costruzione delle città. Per farlo, hanno bisogno di elaborare il lutto di ciò che non c’è più e andare controcorrente attraverso la progettazione del futuro”: è con questa frase che l’architetto Giuliani apre la conferenza, introducendo le tematiche portanti della serata: presente, passato e futuro.

Il tema del presente viene affrontato del Presidente Leopoldo Freyrie, che apre il discorso mostrando una fotografia con, protagonista, la nebbia. Il nostro presente, spiega Freyrie, è caratterizzato da una particolare incertezza, alimentata anche dalla recente riforma delle professioni.Si tratta di una riforma che introduce molti obblighi (l’obbligo del tirocinio dopo l’esame di stato; l’obbligo di una formazione costante e permanente per i professionisti; l’obbligo di un' adeguata copertura assicurativa; l’obbligo di stipula del contratto in forma scritta) e che segna notevoli cambiamenti come la revisione delle norme di deontologia.Una riforma ragionevole, secondo Freyrie, ma non priva di grandi problematiche, come i costi legati alla formazione, sui quali, assicura il Presidente, il Consiglio Nazionale Architetti sta lavorando per creare strumenti formativi diversificati e canali multimediali che riducano le spese. “Sarà necessario”, afferma il Presidente, “trovare modelli innovativi e aggregativi attraverso società e reti” con l’obbiettivo comune di integrare le professionalità. Un presente segnato da grandi cambiamenti, dunque, e da una riforma che, sostiene Freyrie, “dovrà essere vista come un nuovo punto di partenza”.

Uno sguardo dettagliato ed economico sul rapporto tra passato e presente lo fornisce, invece, Lorenzo Bellicini: il forte impatto della crisi attuale, spiega il direttore tecnico del CRESME, è stato ulteriormente accentuato dal contrasto con il periodo precedente, caratterizzato da una grande crescita.In questa precedente fase espansiva, il 60% della domanda era riconducibile alle famiglie già proprietarie di immobili, che manifestavano l’esigenza di acquistare un’altra casa di miglior qualità. Con la crisi, questo tipo specifico di domanda si è arrestato ed ha portato un’atmosfera di grande incertezza. Ora però, secondo Bellicini, è necessario procedere in un’altra direzione, verso cioè, la riqualificazione, valorizzando l’aspetto del risparmio energetico, l’housing sociale e l’energy technology.

A introdurre l’ultima tematica, forse quella più delicata, relativa al futuro, l’architetto Massimo Giuliani che, con un’immagine che ritrae Benjamin Franklin all’interno sullo schermo di un I-Pad, lancia un duplice invito agli architetti, chiamandoli a modificare il presente, proprio come fece Franklin con l’invenzione dell’ora legale e a pensare e inventare soluzioni alternative, innovative, proprio come l’I Pad, appunto.“E’ necessario”, afferma l’architetto Giuliani, “che gli architetti, in questo momento, accettino la diminuzione delle risorse, cercando però un nuovo business altrove, per esempio, nel settore delle riqualificazioni energetiche. Per far questo, bisogna intervenire sul mercato dell’invenduto in Lombardia, cercando un meccanismo che possa mettere in circolo questi edifici”. A questo proposito, Lorenzo Bellicini mostra il quadro di questa situazione con dati espliciti: 300.000 sono le abitazioni invendute e 30 miliardi i costi di produzione. Anche Lorenzo Bellicini prosegue sottolineando come l’obiettivo dei prossimi anni debba essere la riqualificazione e la riconversione di questi edifici: “la sostenibilità è la risposta alla crisi”, afferma, “la sfida dell’architettura è la ridefinizione del mercato”.E aggiunge qualche dato sullo sviluppo sorprendente del mercato dell’energia: dal 2006 al 2011 sono stati investiti 54 miliardi di euro in impianti fotovoltaici e solo nel 2011 sono stati investiti 26 miliardi per l’istallazione di impianti di fonti rinnovabili. “La partita vera”, chiude il suo intervento Bellicini,“si gioca sull’innovazione, la cui chiave è il know how, la conoscenza”.

E, a conclusione della conferenza, Leopoldo Freyrie esorta gli architetti a dar vita ad un nuovo avvenire, illustrando con chiarezza e determinazione le condizioni ottimali necessarie, ovvero: fare sistema, alzare le conoscenze per renderle adeguate alla società, guardare il mondo al di fuori della provincia e capire che le innovazioni e le potenzialità dell’informatica vanno sfruttate fino in fondo.Il presidente invita anche gli Ordini a supportare questi processi, ritrovando la capacità di essere propositivi. Il Consiglio Nazionale Architetti PPC, dal canto suo, potrà creare le condizioni legislative per formare un contesto adeguato, le basi affinché l’architettura possa entrare in sinergia con l’economia e possa favorire l’internazionalizzazione e la rigenerazione urbana sostenibile. “La situazione non è drammatica, ma è di cambiamento”, conclude il Presidente Freyrie, “Possiamo scegliere di occuparci delle tariffe prestazionali, oppure, se ci facciamo carico del nostro mestiere con responsabilità, possiamo provare a fare un passo più lungo di quello che abbiamo fatto”.

lunedì 21 novembre 2011

PREMIO 'RASSEGNA LOMBARDA DI ARCHITETTURA UNDER 40'_PRIMA SERATA

PREMIO "RASSEGNA LOMBARDA DI ARCHITETTURA UNDER 40"_ prima serata
Martedì 15 novembre la sala conferenze dell’Ordine Architetti di Varese pullulava di giovani spettatori e giovani relatori: a condurre la serata, infatti, sono stati i vincitori del Premio “Rassegna Lombarda di Architettura Under 40”, tutti rigorosamente di età inferiore ai quaranta.



Primo relatore della serata, l’Arch. Filippo Taidelli (Ordine A.P.P.C. di Milano), vincitore della categoria “Ristrutturazioni” con il progetto: “Ristrutturazione e recupero sottotetto edificio in via Zenale 3, Milano”.Il suo progetto riguarda un edificio a corte di 2500 m², vicino a Santa Maria delle Grazie, a Milano.Si tratta di un intervento di risanamento conservativo di una tipica casa a corte milanese, con la creazione di nuove facciate sul giardino, la ristrutturazione degli appartamenti e la creazione di vetrine per attività commerciali. Il tutto è avvenuto con un’attenzione particolare al risparmio energetico, attraverso espedienti come la realizzazione di pannelli radiali a pavimento e la sostituzione dei serramenti. L’intervento principale ha riguardato la ricostruzione di una facciata dello stabile, nella quale sono state aperte delle finestre ‘finte’ (poiché l’apertura vera e propria arriva solo a metà dell’infisso) e la costruzione di un nuovo corpo con finestre ristrette e mattoni a vista, con tinteggiatura a calce, materiali che la rendono appositamente diversa dalla facciata adiacente.



Secondo gruppo di relatori, gli architetti Alberto Pottenghi e Mariana Fernandes Sendas che, insieme agli architetti Mattia Alfieri, Martina Baratta (Ordine A.P.P.C. di Mantova) sono risultati vincitori della categoria “Interni” con il progetto “Social Noise a Milano” Il loro progetto riguarda l’ufficio, di appena 40 m² , dell’azienda di marketing “Social Noise”. Nonostante le tempistiche ristrette e il budget limitato, i giovani architetti sono stati in grado di soddisfare le richieste dei committenti con un intervento economico e creativo. Per poter dividere lo spazio in 3 ambienti diversi (sezione operativa, coffee break area, area meeting) gli architetti, ispirandosi ad una fotografia di Cartier Bresson e a Mies Van der Rohe, con l’aiuto di un fabbro e di una sarta, hanno individuato in una tenda di lana l’espediente migliore per creare una separazione visiva, ma non rigida, tra i diversi ambienti. Il risultato è stato un’operazione economica, veloce e, soprattutto, di notevole impatto estetico.


La parola passa al responsabile di Ghigos Ideas, l'architetto Davide Crippa (Ordine A.P.P.C. di Monza e Brianza), vincitore della categoria Interni (ex aequo con Alberto Pottenghi e Mariana Fernandes Sendas che, insieme agli architetti Mattia Alfieri, Martina Baratta) con il progetto Biblioteca dell’arte”, MAXXI, Roma.Dopo aver illustrato i vari progetti realizzati da Ghigos Ideas (un ristorante con un planetario come soffitto, progetti di food design, laboratori creativi per bambini e persino una “tenda per spioni”) l’architetto Crippa mostra il progetto vincitore, una biblioteca inserita nel Museo Maxxi di Roma, in occasione di una mostra: un intervento semplice, basato su un'architettura monoprospettica e risultato di una mediazione tra le diverse richieste da parte dei curatori. Grandi aperture verso l’esterno permettevano all’ambiente -totalmente bianco- di essere inondato dalla luce, arioso e invitante.


Gli architetti Daniele Vanotti e Marco Ghilotti (Ordine A.P.P.C. di Sondrio), vincitori della categoria “Nuove Costruzioni” con il progetto “Riqualificazione architettonica e urbanistica di Piazza Unità d’Italia, località Tirano (SO)”, aprono il discorso spiegando l’obiettivo del loro intervento: definire un nuovo spazio pubblico, riassegnandogli il ruolo di piazza. A partire da elementi preesistenti, ovvero i giardini pubblici, gli architetti hanno inserito un volume nuovo, con l’idea di creare un luogo per ospitare manifestazioni ed eventi di vario genere; alle estremità della piazza, realizzata su due livelli uniti da una scalinata, sono state collocate delle fontane in corten e sulla pavimentazione sono stati riproposti i primi quattordici articoli della costituzione.

Infine, l’architetto Marianna Paola Vanoni (Ordine A.P.P.C. di Bergamo), vincitrice della categoria “Spazi Pubblici e Paesaggio” con il progetto “Riqualificazione di Piazza Garibaldi, Zogno (BG)” , ha concluso la conferenza spiegando come il suo intervento sia stato una mediazione tra le esigenze dell’amministrazione locale -mantenere nella piazza dei parcheggi e creare una zona pedonale- e il suo obiettivo -ridare alla piazza il suo ruolo di luogo di socializzazione. Per farlo, sono stati divisi gli spazi carrabili da quelli pedonali, recuperando la pavimentazione in ciottolato per la parte carrabile e inserendo la pietra di Luserna in quella pedonale. Sono stati inoltre creati un bastione di contenimento, delle panche e una quinta alberata.


L’approfondimento dedicato al Premio “Rassegna Lombarda di Architettura Under 40” non si esaurisce con questa serata: martedì 28 novembre infatti, è previsto l’intervento dei Menzionati e dei Partecipanti iscritti all’Ordine di Varese.

VIAGGIO-STUDIO IN INDIA

VIAGGIO STUDIO "PASSAGGIO IN INDIA"
28 Ottobre: DELHI Visita a Delhi.
Si dice che la città di Delhi sia stata ricostruita sette volte. La dinastia dei Moghul regnò qui dal XII Secolo. Gli inglesi la colonizzarono nel 1803 e nel 1911 fondarono New Delhi, che divenne la capitale dell’India indipendente nel 1947. Visita a Chandni Chowk, Lal Kila, Jama Masijd, la più grande moschea indiana, straordinario esempio di architettura Moghul e il Samadhi del Mahatma Gandhi (Memoriale) a Raj Ghat, situato sulla sponda del leggendario fiume Yamuna.


29 Ottobre: DELHI
Tour dell’antica e della nuova Delhi.Nel 1911 gli inglesi chiesero a Lutyens di progettare una nuova città. Il risultato fu New Delhi. I progetti architettonici e la raffinatezza dei palazzi e i grandi viali alberati ricordano molte città europee. Visita all’ India Gate e Connaught Place, il centro della città commerciale, con negozi, banche e ristoranti e al Rajpath, costeggiato da piccoli laghi e prati all’inglese con l’India Gate e la residenza dei presidenti; il Rajpath riflette molto le influenze europee di Lutyens. Visita a Nizam-ud-deen e Humayuns Tomb, la prima tomba Moghul: l’elegante stile persiano la rende una dei più raffinati siti storici. Visita al Qutub Minar, adiacente alla moschea, costruito nel 1899 sia come torre vittoriosa che come minareto. E’ tuttora la più alta e raffinata torre in pietra in India.

30 Ottobre: AGRA
Giornata intera a visitare il forte di Agra, Itmad ud daula e il Taj Mahal.Fu durante la dinastia Moghul che Agra raggiunse la sua importanza, tra il XVI e XVII secolo, quando i Moghul la istituirono come capitale. La passione della dinastia moghul per l’architettura arricchì Agra con alcuni degli edifici più belli del mondo. L’imponente forte di Agra fu iniziato da Akbar nel 1565 e fu arricchito nel corso degli anni. Inizialmente era una struttura militare lunga 2,5 km con doppie mura alte 20 metri. Durante il regno di Shah Jahan divenne in parte un palazzo. Questo forte di arenaria rossa si affaccia sul fiume Yamuna. E’ uno dei forti più eleganti in India ed è una testimonianza silenziosa dello sviluppo e della caduta dell’impero Moghul. Visita ai suoi numerosi palazzi ed edifici che sono eco della storia dell’impero Moghul.L’imperatore Shah Jahan costruì il Taj Mahal tra il 1630 e il 1653 quale memoriale in marmo bianco alla sua regina. Il Taj Mahal è una delle sette meraviglie del mondo.

31 Ottobre: JAIPUR
Visita alle città abbandonate di Fatehpur Sikri e Abheneri Stepwell. Serata a Jaipur. Nel 1596 Akbar costruì Fatehpur Sikri, a 37 km da Agra, in onore del Saint Salim Chisti che profetizzò la nascita di suo figlio Jehangir. Trasferì la capitale qui, ma poi la abbandonò quattordici anni dopo a causa di una carestia. Adagiata su un promontorio, si presenta poeticamente con la sua arenaria rossa, con impressionanti ambienti pubblici, residenze private, fortificazioni, porte massicce e ampi palazzi.Jaipur è la capitale del Rajasthan e deve il suo nome, la pianificazione e la fondazione al maharaja Jai Singh II. Nel 1727 Jai Singh decise di spostarsi dalla sua fortezza di Amber alla zona pianeggiante e così sorse Jaipur. Jaipur è anche conosciuta come la città rosa per via dell’arenaria dipinta di rosa con la quale sono state costruite le vecchie mura della città.

1 Novembre: JAIPUR
Visita del Forte di Amber. Nel pomeriggio tour di Jaipur città.Sette miglia fuori della città, nell’aspra zona collinare che circonda Jaipur sorge l’imponente Forte di Amber. Questo palazzo/fortezza fu edificato dal 1592 da Raja Man Singh II ed è un superbo esempio dell’architettura di Rajput. Giro della città attraverso i bazar fino al complesso del “City Palace” che comprende Hawa Mahal ed il Palace of th Winds.Il palazzo di cinque piani si affaccia sulla strada principale e originariamente permetteva alle signore della famiglia reale di osservare la vita e le procesisoni della città. Jai Singh costruì il Jantar Mantar-Osservatorio nel 1728, tutt’ora equipaggiato con gli antichi strumenti compresa un meridiana molto precisa di 90 piedi.

2/3 Novembre: CHANDIGARH



Visita a Chandigarh: Le Corbusier Center, il museo di Chandigarh, la galleria d’arte; visita ai settori commerciali e residenziali della Leisure Valley. A Chandigarh Le Corbusier realizzò il famoso monumento “La Mano”, la pianficazione urbana ed il palazzo della Corte Suprema (High Court).

4 Novembre: AHMEDABAD

Visita alla Cept University, Istituto indiano di Indologia e al Gufa Shilpa Foundation.

5 Novembre: AHMEDABAD

Giornata intera dedicata alla visita dell’Indian Institute of Management, una delle principali opere architettoniche di Louis Khan e l'Atma (Ahmedabad Textile Mills Association), ennesimo capolavoro architettonico di Le Corbusier e Sanskar Kendra; visita allo Sport Complex nella città

6 Novembre: AHMEDABAD
Visita di Adalaj Stepwell, Sabarmati Ashram, Casa Sarabhai; visita di Hateesing jain Mandir, Jama Masjid, Sidi Sayad, Rani Rupmati, Sarkhej Roza.

7 Novembre: AHMEDABAD/MILANO

Rientro a Milano.

lunedì 24 ottobre 2011

PRESENTAZIONE VIAGGIO-STUDIO 'PASSAGGIO IN INDIA'

PASSAGGIO IN INDIA
Mercoledì 19 ottobre, nella sede dell’Ordine Architetti di Varese, è stato proposto un assaggio di quello che sarà un viaggio tra le bellezze antiche e moderne di alcune delle più affascinanti città indiane.
Il prossimo 27 ottobre, infatti, un gruppo di trenta architetti volerà in India, approdando nella città di Delhi. Qui la prima tappa sarà Lal Qila, l’imponente Forte Rosso lasciato dal re Shahjahan della dinastia moghul, luogo storicamente significativo perché sede della dichiarazione di indipendenza dell’India e perché nucleo pulsante delle attività della città, oltre che sede dell’imperatore. Il sito, costruito tra il 1000 e il 1200 riassume caratteri architettonici della cultura indiana e di quella islamica.
Il gruppo visiterà poi la moschea Jamamasijd che, per il suo ampio recinto e la piccola sala dedicata alla preghiera, si differenzia profondamente dalle moschee arabe e africane. Sempre a Delhi si visiterà il Palazzo dove risiedeva il vice re durante il dominio britannico. Il giro continuerà verso Fatephur Sikri, l’antica capitale politica dell'impero moghul indiano, edificata sotto il regno di Akbar -dal 1571 al 1585- e realizzata, su impianto geometrico,con arenaria rossa e decori particolarmente ricchi. Sarà quindi la volta del Taj Mahal, il famoso mausoleo fatto costruire nel 1632 dall'imperatore moghul Shah Jahan in memoria della moglie Arjumand Banu Begum.
La meta successiva sarà Jaipur, con il suo Amber Fort , segno tangibile del lusso che attorniava i Maharaja, lo Jantar Mantar, il particolarissimo Osservatorio Astronomico con enormi strumenti in pietra, il Palazzo Imperiale e il centro culturale delle arti Jawahara Kala Kendra di C. Correa.
Quindi il gruppo volerà a Chandigarh, la città ricostruita, negli anni cinquanta, sulla base del piano urbanistico di Le Corbusier che ridisegnò la città progettando molti edifici pubblici: uno di questi è il Le Corbusier Centre dove il gruppo si recherà.
Anche ad Ahmedabad, ultima tappa del viaggio, le Corbusier fu chiamato a realizzare alcuni edifici, tra cui la casa di Shodan e la casa Sarabhai. Un’altra grande figura che contribuì a rinnovare l’architettura della città fu Balkrishna V. Doshi che proprio ad Ahmedabad realizzò la Facoltà di Architettura. Proprio in questa città, il gruppo avrà modo di vedere edifici antichi e moderni, ma anche di conoscere niente meno che il figlio del grande architetto indiano, concludendo il viaggio con un incontro che arricchirà l’esperienza indiana, rendendola forse immemorabile, di sicuro unica.

lunedì 17 ottobre 2011

"UNA BELLEZZA CONTAGIOSA"_Conferenza di Gabriele Centazzo

Una bellezza contagiosa
“La bellezza salverà il mondo”: le parole pronunciate dal principe Miškin nell'Idiota di Dostoevskij racchiudono forse al meglio il senso della conferenza che Gabriele Centazzo, designer di Valcucine, ha tenuto sabato 15 ottobre presso lo Showroom Artheco, a Gallarate.
Uomo e natura, economia ed ecologia, ma soprattutto, bellezza e creatività sono stati i nuclei principali dell’incontro, inserito nell’ambito dell’iniziativa “L’albero di tutti i colori”, organizzata dai proprietari di Artheco, Claudio e Stefania Bassani, particolarmente sensibili alle tematiche che riguardano il rispetto della natura e attivi nell’organizzazione di eventi di approfondimento culturale.
Non un incontro specifico sul design, ma una conferenza di respiro più ampio, è quella che ha tenuto Gabriele Centazzo, una sorta di colloquio etico e filosofico su tematiche attuali e una nuova idea di società.


Per presentarsi, il designer si è servito dei termini ‘ambientalista’ -in quanto sostenitore di una natura intesa come capitale- e ‘visionario’ -perché fondatore di un’azienda che, già negli anni Ottanta, fu pensata sulla base di materiali riciclabili, a bassa emissione tossica e su prodotti a lunga durata.
Una similitudine ha aperto il discorso del designer: “La nostra società è come un treno che, per correre, ha bisogno di un’energia alimentata dai consumi”. Il treno illustrato da Centazzo rappresenta proprio la nostra società, improntata sul consumo compulsivo, sulla felicità del possesso e su un’economia che regna imperante. L’uomo, in questa società, è divenuto “homo consumens”, ha perso la capacità di pensare, è divenuto inerte.


Ma il pensiero di Centazzo non si è fermato alla decostruzione della società: per “andare controcorrente”, secondo il designer, è necessario recuperare il vero senso della nostra anima, fatta di percezione della bellezza e capacità di pensiero. L’invito di Centazzo, rivolto in particolar modo ai numerosi giovani presenti alla conferenza, è stato quello di lasciarsi guidare da speranza, coraggio, tenacia, di far propria la selvaticità, ovvero la capacità di essere parsimoniosi e liberi, e di inseguire la bellezza.
E, secondo il designer, la direzione più appropriata da conferire alla società è l’ecologia. “Un’ecologia”, ha precisato Centazzo, “che non è quelle delle aziende che si danno una pennellata di verde per sembrare pulite, non è quella del green marketing. Dematerializzare, utilizzare prodotti riciclabili ed ecosostenibili, ridurre le emissioni tossiche, utilizzare una tecnologia che dovrebbe vivere in simbiosi con la creatività: queste sono le basi di una società basata sulla vera ecologia – e non sull’economia!”. Anche lo strumento più piccolo e di uso quotidiano, come un rasoio, può essere pensato in modo ecosostenibile, grazie anche al supporto delle nanotecnologie e di un po’ di creatività.


La creatività, secondo il designer, significa cultura, conoscenza, lettura, studio, osservazione, curiosità, esperienza, elementi che, per dar origine a qualcosa di creativo, devono essere esercitati continuamente, “devono ruotare come in un caleidoscopio e potersi rispecchiare con l’essere e l’individualità di ogni persona”.
E creatività significa anche bellezza. La conclusione della conferenza è infatti un invito ai giovani impregnato di bellezza: “La bellezza è armonia delle diversità e tensione che tiene unito il tutto. La bellezza è un lavoro, va rincorsa; la bellezza è contagiosa. Lasciatevi contagiare!”.

lunedì 12 settembre 2011

PANORAMA GOLF CLUB-LA CLUBHOUSE ECOSOSTENIBILE

Costruire “verde” nel “green”
Si è svolta giovedì 28 luglio, al Golf Panorama in via Belmonte a Varese, la visita al cantiere della Club House in fase di ultimazione. Si tratta di una struttura innovativa sotto diversi punti di vista. In primo luogo la dimensione, circa 1500 metri quadrati di superficie suddivisi tra piano interrato (che ospiterà gli spogliatoi per i giocatori e una sorta di Spa con tanto di saune e centro benessere), piano terra (con ristorante e attività commerciali), e il primo piano che ospiterà la vera e propria club house dove è stata prevista anche una zona dedicata al biliardo oltre a quelle di svago e relax. Due terrazzi, posizionati sul lato nord e sud del primo piano, consentono di godere dello splendido panorama grazie ad ampie vetrate.

La club house si adagia su un piccolo rilievo, ben visibile dalla strada di accesso, e appare incorniciata nella splendida scenografia naturale dei campi da golf, con il campo pratica da un lato, e il laghetto artificiale dall’altro. Bacino idrico, quest’ultimo, che oltre a costituire un elemento decorativo e paesaggistico di rilievo è anche riserva d’acqua per l’irrigazione e per eventuali necessità antincendio. La scelta dei materiali vede, per i piani fuori terra, la prevalenza del legno e la struttura è stata progettata seguendo criteri di eco sostenibilità.

lunedì 4 luglio 2011

LA CONSERVAZIONE DEGLI EDIFICI ESISTENTI:"LE RICETTE DEL RESTAURO"

Ritorno al passato con le “ricette del restauro”. La vera innovazione è nei materiali antichi
L’Ordine degli Architetti varesino ha organizzato, nell’ambito del ricco calendario di iniziative volte alla formazione e aggiornamento degli iscritti, un pomeriggio interamente dedicato alle “Ricette del restauro”. Si è trattato di un convegno molto particolare, dato l’argomento, poiché riguarda un ambito molto delicato della professione, quello del recupero degli edifici storici, cui hanno partecipato relatori di grande esperienza.

Dopo i saluti del segretario dell’Ordine, Matteo Sacchetti, e l’introduzione di Italo Tavolaro, responsabile per l’area di Varese della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggisti di Milano e Varese, l’intervento di apertura ha visto l’architetto Angela Baila, del Politecnico di Milano, parlare delle “Regole dell’arte del buon costruire”. Un interessante excursus per ripercorrere quelli che sono gli elementi fondanti alla base di qualsiasi opera architettonica di qualità.

La professoressa Anna Anzani, Dipartimento di ingegneria strutturale, sezione di Conservazione del Politecnico di Milano, ha illustrato le fasi che precedono l’opera di restauro vera e propria, spiegando in modo dettagliato attività come la rilevazione geometrica degli edifici complessi, l’individuazione delle tipologie edilizie e la rilevazione della tessitura muraria.

Coinvolgente e appassionante, poi, l’intervento di Gilberto Quarneti, l’archeometra, come egli stesso si definisce, della Scuola d’arte muraria Calchèra. Un racconto appassionato, non una mera relazione, su di un percorso lungo millenni: dai fenici, ai romani, al Medio Evo, per comprendere come erano composti i materiali da costruzione di allora e perché ancora oggi si rivelano essere i migliori in assoluto, anche e soprattutto in caso di interventi di restauro.
Secondo la carta del restauro di Roma, che risale al lontano 1883, i materiali da restauro devono avere caratteristiche di affinità o di perfetta compatibilità con quelli originari. Pertanto, secondo Mastro Gilberto il materiale utilizzato per il restauro dovrà presentare le medesime caratteristiche di longevità. Occorre sfruttare la memoria storica, ripescare il sapere del passato sui materiali da costruire poiché l’esperienza ha dimostrato che sono gli unici a poter dare garanzie in questo senso. Un esempio tra tutti, il Pantheon, realizzato con calce, pozzolane e silice, una sorta di calcestruzzo ante litteram, attuando una tecnica costruttiva che alleggeriva i materiali da costruzione con l’innalzarsi della struttura.
Procedendo nel viaggio attraverso il tempo, l’archeometra arriva fino ai fenici. Questi formidabili navigatori, con pochi elementi naturali avevano realizzato una materia che aveva la caratteristica di diventare durissima nel tempo. Avevano capito che si poteva realizzare una malta senza alcuna traccia di calce libera, costruendo manufatti che non erano aggrediti né dall’acqua, né dalla degenerazione chimica, né tanto meno dal tempo.
«Non ci sono innovazioni - conclude Mastro Gilberto -se si vuol fare un passo in avanti nell’ambito dei materiali da costruzione, occorre guardare indietro. È già stato fatto tutto. Se si pensa che per ottenere 1 tonnellata di cemento si immette nell'aria 1 tonnellata di Co2, si comprende ancora meglio il valore del sapere antico. Prima della civiltà del cemento, erano le malte del Pantheon. Calce bagnata, pozzolana di baia, cocciopesto, pomice, sabbia silicea… erano questi i materiali da costruzione, i rivestimenti, le coperture… e i colori delle città di allora ne denunciavano la presenza con le infinite gradazioni di colori e di sfumature. Dal bianco, al rosa, al rosso intenso, al viola…».

L’intervento conclusivo è stato condotto da Paola Condoleo, anch’essa del Dipartimento di ingegneria strutturale, sezione di Conservazione del Politecnico di Milano, che ha illustrato gli interventi di restauro condotti su alcuni templi di My Son in Vietnam. Le particolarità climatiche, i materiali, le normative vigenti sono solo alcuni degli ostacoli incontrati sul percorso dalla professoressa Condoleo, senza trascurare poi gli aspetti culturali legati alla devozione religiosa e alla necessità di conoscerne tutti i dettagli per poter operare interventi adeguati. Anche in questo particolare cantiere, inoltre, è emersa l’importanza dell’utilizzo dei materiali naturali del luogo, quali per esempio una resina estratta da una varietà di piante che crescono esclusivamente in quei territori. Le sue caratteristiche di impermeabilità rendono i manufatti praticamente inattaccabili dall’umidità che a quelle latitudini raggiunge livelli molto alti.
È terminata così la prima parte di un viaggio in lungo e in largo nel tempo e nelle civiltà, che proseguirà con un secondo appuntamento dopo le vacanze estive.
Patrizia Kopsch

mercoledì 22 giugno 2011

FESTA DEL GOLF


Sabato 18 giugno l’Ordine ha festeggiato l’inizio della stagione estiva con una festa ambientata sui verdissimi campi da golf del Golf dei Laghi di Travedona-Monate:
una festa che rappresenta anche la prima edizione della competizione “Architets Golf Invitational” organizzata dall’Ordine Architetti di Varese e sponsorizzata da Cristina Rubinetterie e Porsche Varese; una gara che, malgrado il tempo poco favorevole, ha riscosso grande successo dai partecipanti, accorsi non solo dalle città limitrofe, ma anche da Parma, Verona e altre zone dell’ Italia settentrionale.



In mattinata vari team composti da 4 persone si sono affrontati in una gara a punti, non a colpi, mentre nel pomeriggio si sono susseguite delle lezioni di golf.
La giornata si è quindi conclusa con la premiazione dei vincitori della gara, seguita da un lauto aperitivo e da una cena, arricchita da una relazione di Ermanno Zuccheri, presidente del Golf club Salsomaggiore di Parma nonché responsabile dell’Associazione italiana architetti golfisti, che ha affrontato il tema “Landscape architetture - paesaggio, gioco e progetto”.







Di seguito la classifica della gara:
Nearest the Pin femminile: Patrizia Guarraci, mt. 3
Nearest the Pin maschile: Luigi Riganti, mt 1,15
Driving contest femminile: Clara Gallazzi, mt. 196
Driving contest maschile: Keith Mark Ramsay, mt. 253
1° Seniores: Maurizio Campi, 36
1° Signore: Bruna Cristina, 33
3° Amici: Antonella Fontana, 37
2° Amici: Paola Gallazzi, 39
1° Amici: Paolo Checchi, 40
3° Netto di 3° categoria: Roberto Bonardi, 28
2° Netto di 3° categoria: Maria Jessica Castiglioni, 29
1° Netto di 3° categoria: Giordano Tenti, 33
3° Netto di 2° categoria: Marzio Dal Cin, 26
2° Netto di 2° categoria: Filippo Legnaghi, 26
1° Netto di 2° categoria: Andrea Marelli, 28
3° Netto di 1° categoria: Antonio Magalini, 30
2° Netto di 1° categoria: Roberto Motta, 31
1° Lordo: Keith Mark Ramsay, 36
1° Netto di 1° categoria: Angelo Pasqualini, 36

Per avere maggiori informazioni sulla conferenza:
http://www3.varesenews.it/casa/articolo.php?id=207493

mercoledì 8 giugno 2011

VIAGGIO/STUDIO A COPENHAGEN-ADEPT STUDIO

Intervista a Jacopo Sartori, giovane architetto italiano che si afferma collaborando con il grande studio di architettura di Copenhagen ADEPT

VIAGGIO/STUDIO A COPENHAGEN






















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