L'insostenibile bellezza della nostra professione: tra passato, presente e futuro
L’insostenibile bellezza della nostra professione: tra passato, presente e futuro
A condurre la conferenza del 28 Novembre all’Ordine Architetti Varese sono state due illustri personalità, Leopoldo Freyrie, Presidente del Consiglio Nazionale Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori e Lorenzo Bellicini, direttore tecnico del CRESME. Insieme all’architetto Massimo Giuliani, Leopoldo Freyrie e Lorenzo Bellicini hanno dedicato la serata all’“insostenibile bellezza” della professione dell’architetto, ma anche al grande carico di responsabilità che questo ruolo comporta, soprattutto in un’ epoca, come quella attuale, segnata da cambiamenti di portata epocale. Una conferenza, quella di lunedì, dai toni seri, disincantati, ma anche, in un certo senso, ottimisti.
“Il sogno degli architetti è di fare cose che li soddisfino e di essere un ingranaggio all’interno del meccanismo di costruzione delle città. Per farlo, hanno bisogno di elaborare il lutto di ciò che non c’è più e andare controcorrente attraverso la progettazione del futuro”: è con questa frase che l’architetto Giuliani apre la conferenza, introducendo le tematiche portanti della serata: presente, passato e futuro.
Il tema del presente viene affrontato del Presidente Leopoldo Freyrie, che apre il discorso mostrando una fotografia con, protagonista, la nebbia. Il nostro presente, spiega Freyrie, è caratterizzato da una particolare incertezza, alimentata anche dalla recente riforma delle professioni.Si tratta di una riforma che introduce molti obblighi (l’obbligo del tirocinio dopo l’esame di stato; l’obbligo di una formazione costante e permanente per i professionisti; l’obbligo di un' adeguata copertura assicurativa; l’obbligo di stipula del contratto in forma scritta) e che segna notevoli cambiamenti come la revisione delle norme di deontologia.Una riforma ragionevole, secondo Freyrie, ma non priva di grandi problematiche, come i costi legati alla formazione, sui quali, assicura il Presidente, il Consiglio Nazionale Architetti sta lavorando per creare strumenti formativi diversificati e canali multimediali che riducano le spese. “Sarà necessario”, afferma il Presidente, “trovare modelli innovativi e aggregativi attraverso società e reti” con l’obbiettivo comune di integrare le professionalità. Un presente segnato da grandi cambiamenti, dunque, e da una riforma che, sostiene Freyrie, “dovrà essere vista come un nuovo punto di partenza”.
Uno sguardo dettagliato ed economico sul rapporto tra passato e presente lo fornisce, invece, Lorenzo Bellicini: il forte impatto della crisi attuale, spiega il direttore tecnico del CRESME, è stato ulteriormente accentuato dal contrasto con il periodo precedente, caratterizzato da una grande crescita.In questa precedente fase espansiva, il 60% della domanda era riconducibile alle famiglie già proprietarie di immobili, che manifestavano l’esigenza di acquistare un’altra casa di miglior qualità. Con la crisi, questo tipo specifico di domanda si è arrestato ed ha portato un’atmosfera di grande incertezza. Ora però, secondo Bellicini, è necessario procedere in un’altra direzione, verso cioè, la riqualificazione, valorizzando l’aspetto del risparmio energetico, l’housing sociale e l’energy technology.
A introdurre l’ultima tematica, forse quella più delicata, relativa al futuro, l’architetto Massimo Giuliani che, con un’immagine che ritrae Benjamin Franklin all’interno sullo schermo di un I-Pad, lancia un duplice invito agli architetti, chiamandoli a modificare il presente, proprio come fece Franklin con l’invenzione dell’ora legale e a pensare e inventare soluzioni alternative, innovative, proprio come l’I Pad, appunto.“E’ necessario”, afferma l’architetto Giuliani, “che gli architetti, in questo momento, accettino la diminuzione delle risorse, cercando però un nuovo business altrove, per esempio, nel settore delle riqualificazioni energetiche. Per far questo, bisogna intervenire sul mercato dell’invenduto in Lombardia, cercando un meccanismo che possa mettere in circolo questi edifici”. A questo proposito, Lorenzo Bellicini mostra il quadro di questa situazione con dati espliciti: 300.000 sono le abitazioni invendute e 30 miliardi i costi di produzione. Anche Lorenzo Bellicini prosegue sottolineando come l’obiettivo dei prossimi anni debba essere la riqualificazione e la riconversione di questi edifici: “la sostenibilità è la risposta alla crisi”, afferma, “la sfida dell’architettura è la ridefinizione del mercato”.E aggiunge qualche dato sullo sviluppo sorprendente del mercato dell’energia: dal 2006 al 2011 sono stati investiti 54 miliardi di euro in impianti fotovoltaici e solo nel 2011 sono stati investiti 26 miliardi per l’istallazione di impianti di fonti rinnovabili. “La partita vera”, chiude il suo intervento Bellicini,“si gioca sull’innovazione, la cui chiave è il know how, la conoscenza”.
E, a conclusione della conferenza, Leopoldo Freyrie esorta gli architetti a dar vita ad un nuovo avvenire, illustrando con chiarezza e determinazione le condizioni ottimali necessarie, ovvero: fare sistema, alzare le conoscenze per renderle adeguate alla società, guardare il mondo al di fuori della provincia e capire che le innovazioni e le potenzialità dell’informatica vanno sfruttate fino in fondo.Il presidente invita anche gli Ordini a supportare questi processi, ritrovando la capacità di essere propositivi. Il Consiglio Nazionale Architetti PPC, dal canto suo, potrà creare le condizioni legislative per formare un contesto adeguato, le basi affinché l’architettura possa entrare in sinergia con l’economia e possa favorire l’internazionalizzazione e la rigenerazione urbana sostenibile. “La situazione non è drammatica, ma è di cambiamento”, conclude il Presidente Freyrie, “Possiamo scegliere di occuparci delle tariffe prestazionali, oppure, se ci facciamo carico del nostro mestiere con responsabilità, possiamo provare a fare un passo più lungo di quello che abbiamo fatto”.
A condurre la conferenza del 28 Novembre all’Ordine Architetti Varese sono state due illustri personalità, Leopoldo Freyrie, Presidente del Consiglio Nazionale Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori e Lorenzo Bellicini, direttore tecnico del CRESME. Insieme all’architetto Massimo Giuliani, Leopoldo Freyrie e Lorenzo Bellicini hanno dedicato la serata all’“insostenibile bellezza” della professione dell’architetto, ma anche al grande carico di responsabilità che questo ruolo comporta, soprattutto in un’ epoca, come quella attuale, segnata da cambiamenti di portata epocale. Una conferenza, quella di lunedì, dai toni seri, disincantati, ma anche, in un certo senso, ottimisti.
“Il sogno degli architetti è di fare cose che li soddisfino e di essere un ingranaggio all’interno del meccanismo di costruzione delle città. Per farlo, hanno bisogno di elaborare il lutto di ciò che non c’è più e andare controcorrente attraverso la progettazione del futuro”: è con questa frase che l’architetto Giuliani apre la conferenza, introducendo le tematiche portanti della serata: presente, passato e futuro.
Il tema del presente viene affrontato del Presidente Leopoldo Freyrie, che apre il discorso mostrando una fotografia con, protagonista, la nebbia. Il nostro presente, spiega Freyrie, è caratterizzato da una particolare incertezza, alimentata anche dalla recente riforma delle professioni.Si tratta di una riforma che introduce molti obblighi (l’obbligo del tirocinio dopo l’esame di stato; l’obbligo di una formazione costante e permanente per i professionisti; l’obbligo di un' adeguata copertura assicurativa; l’obbligo di stipula del contratto in forma scritta) e che segna notevoli cambiamenti come la revisione delle norme di deontologia.Una riforma ragionevole, secondo Freyrie, ma non priva di grandi problematiche, come i costi legati alla formazione, sui quali, assicura il Presidente, il Consiglio Nazionale Architetti sta lavorando per creare strumenti formativi diversificati e canali multimediali che riducano le spese. “Sarà necessario”, afferma il Presidente, “trovare modelli innovativi e aggregativi attraverso società e reti” con l’obbiettivo comune di integrare le professionalità. Un presente segnato da grandi cambiamenti, dunque, e da una riforma che, sostiene Freyrie, “dovrà essere vista come un nuovo punto di partenza”.
Uno sguardo dettagliato ed economico sul rapporto tra passato e presente lo fornisce, invece, Lorenzo Bellicini: il forte impatto della crisi attuale, spiega il direttore tecnico del CRESME, è stato ulteriormente accentuato dal contrasto con il periodo precedente, caratterizzato da una grande crescita.In questa precedente fase espansiva, il 60% della domanda era riconducibile alle famiglie già proprietarie di immobili, che manifestavano l’esigenza di acquistare un’altra casa di miglior qualità. Con la crisi, questo tipo specifico di domanda si è arrestato ed ha portato un’atmosfera di grande incertezza. Ora però, secondo Bellicini, è necessario procedere in un’altra direzione, verso cioè, la riqualificazione, valorizzando l’aspetto del risparmio energetico, l’housing sociale e l’energy technology.
A introdurre l’ultima tematica, forse quella più delicata, relativa al futuro, l’architetto Massimo Giuliani che, con un’immagine che ritrae Benjamin Franklin all’interno sullo schermo di un I-Pad, lancia un duplice invito agli architetti, chiamandoli a modificare il presente, proprio come fece Franklin con l’invenzione dell’ora legale e a pensare e inventare soluzioni alternative, innovative, proprio come l’I Pad, appunto.“E’ necessario”, afferma l’architetto Giuliani, “che gli architetti, in questo momento, accettino la diminuzione delle risorse, cercando però un nuovo business altrove, per esempio, nel settore delle riqualificazioni energetiche. Per far questo, bisogna intervenire sul mercato dell’invenduto in Lombardia, cercando un meccanismo che possa mettere in circolo questi edifici”. A questo proposito, Lorenzo Bellicini mostra il quadro di questa situazione con dati espliciti: 300.000 sono le abitazioni invendute e 30 miliardi i costi di produzione. Anche Lorenzo Bellicini prosegue sottolineando come l’obiettivo dei prossimi anni debba essere la riqualificazione e la riconversione di questi edifici: “la sostenibilità è la risposta alla crisi”, afferma, “la sfida dell’architettura è la ridefinizione del mercato”.E aggiunge qualche dato sullo sviluppo sorprendente del mercato dell’energia: dal 2006 al 2011 sono stati investiti 54 miliardi di euro in impianti fotovoltaici e solo nel 2011 sono stati investiti 26 miliardi per l’istallazione di impianti di fonti rinnovabili. “La partita vera”, chiude il suo intervento Bellicini,“si gioca sull’innovazione, la cui chiave è il know how, la conoscenza”.
E, a conclusione della conferenza, Leopoldo Freyrie esorta gli architetti a dar vita ad un nuovo avvenire, illustrando con chiarezza e determinazione le condizioni ottimali necessarie, ovvero: fare sistema, alzare le conoscenze per renderle adeguate alla società, guardare il mondo al di fuori della provincia e capire che le innovazioni e le potenzialità dell’informatica vanno sfruttate fino in fondo.Il presidente invita anche gli Ordini a supportare questi processi, ritrovando la capacità di essere propositivi. Il Consiglio Nazionale Architetti PPC, dal canto suo, potrà creare le condizioni legislative per formare un contesto adeguato, le basi affinché l’architettura possa entrare in sinergia con l’economia e possa favorire l’internazionalizzazione e la rigenerazione urbana sostenibile. “La situazione non è drammatica, ma è di cambiamento”, conclude il Presidente Freyrie, “Possiamo scegliere di occuparci delle tariffe prestazionali, oppure, se ci facciamo carico del nostro mestiere con responsabilità, possiamo provare a fare un passo più lungo di quello che abbiamo fatto”.
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