mercoledì 4 maggio 2011

"4+1 INCONTRI DI FOTOGRAFIA"

Non solo fotografia Più che un corso, un percorso. Più che lezioni di fotografia, serate di immersione tra gli elementi che uno scatto fotografico coinvolge, uno scatto che è scrittura di luce (fotos=luce, grafein= scrivere) e immagine istantanea, ma anche memoria e narrazione del e nel tempo.Come ha spiegato Martedì 3 maggio il Professor Pozzi, i “4 + 1 incontri di fotografia”, organizzati dall’Ordine, condurranno i presenti all’interno del “mondo labirintico della fotografia”, per dare a tutti la “possibilità di acquisire elementi per sviluppare il linguaggio delle immagini”, attraverso la storia della fotografia, alcune nozioni tecniche e qualche salto nella letteratura e nella filosofia.


Martedì 3 maggio il Professor Pozzi ha dato inizio a questo viaggio, illustrando l’evoluzione della fotografia, dai primi esperimenti di Niepce, al brevetto di L.J.M. Daguerre, da Hippolyte Bayard a Talbot, dai fratelli Alinari a Timothy O’Sullivan, E.Muybridge, Nadar, Jacob Riis, Lewis Hine, George Eastman, J.Henri Lartigue, Eugène Atget, per concludere con Henri Cartier Bresson e Robert Frank.


Nel corso della serata, il percorso lungo la storia della fotografia è diventato veramente labirintico, snodandosi attraverso molteplici ramificazioni, come i riferimenti alle questioni sollevate da Roland Barthes e alla coscienza ottica di Walter Benjamin, gli ambiti di applicazione della fotografia (fotografia documentaristica, ritrattistica, fotoreportage,pubblicità, moda,…) e alcuni aspetti tecnici tra cui il tempo di esposizione, la composizione, le aperture dell’obiettivo.
Per i partecipanti al corso si prospettano dunque serate davvero stimolanti, dense di spunti, di immagini, parole e pensieri, serate che si arricchiranno dell’apporto di ogni persona presente.
Perché ogni immagine, come ha affermato il Professor Pozzi, è un racconto ma, prima di scattare una fotografia, è necessario sapere cosa si vuole raccontare: per questo, nell’ultimo incontro, toccherà ai presenti portare le proprie fotografie e a raccontare il proprio sguardo e quindi, la propria scrittura di luce.

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