venerdì 10 dicembre 2010

"POSTCARDS FROM THE NETHERLANDS": COR GELUK, DAVID KEUNING

Con la conferenza di giovedì 9 dicembre si è concluso il ciclo di serate dedicate all’interscambio tra architettura olandese e architettura italiana. A chiudere l’iniziativa sono stati un editorialista, David Keuning e un paesaggista/urbanista Cor Geluk.
Durante il primo intervento, condotto da David Keuning è stato affrontato un argomento per così dire “trasversale”, su un canale di comunicazione che per l’architettura può essere un mezzo fondamentale. Si tratta della rivista “Mark”, edita dallo stesso Keuning. Nata nel 2005, la rivista tratta argomenti che riguardano tematiche di architettura e interior design. Nel corso di questi cinque anni, sulla rivista sono stati pubblicati anche 16 progetti italiani presentati da Keuning con una veloce carrellata di immagini. Tra questi progetti “solo due sono di architetti famosi -Zaha Hadid e Massimiliano Fuksas-" spiega il relatore "gli altri sono meno conosciuti, più di nicchia, ma per noi molto interessanti".
“In ogni caso”, continua Keuning, “siamo rimasti sorpresi dal fatto che in 5 anni siano stati pubblicati solo 16 progetti italiani”. Due le cause, secondo l’editore, di questa lacuna: da una parte, la mancanza, da parte degli editori, di fonti che potessero segnalare interventi architettonici interessanti in Italia e, dall’altra, la scarsa o poco efficace proposta, da parte degli italiani, delle proprie opere alla rivista.
Insomma, la responsabilità sia agli editori che agli architetti. Ma, per provare a migliorare la situazione, Keuning conclude il suo interevento proponendo alcuni punti fondamentali per comunicare al meglio al pubblico il proprio progetto: per prima cosa è necessario pensare a quale media sia meglio rivolgere il progetto (rivista locale, rivista specializzata..) e con che tipo di target confrontarsi; si deve poi procedere a mandare una relazione in stile chiaro, con dati importanti e fotografie di ottima qualità; è fondamentale non dare l’esclusività e non pretendere a tutti i costi di lanciare uno scoop e, infine, è necessario utilizzare tutti i media che si hanno a disposizione.
Dall’editoria all’urbanistica, la parola passa a Cor Geluk: il suo discorso si apre con un insolito elogio agli italiani, apprezzati dal relatore per aver trasmesso agli olandesi come poter vivere bene, godendo delle piccole gioie quotidiane. L’intervento vira poi su un argomento decisamente più serio, l’Olanda: paese costruito al di sotto del livello del mare, l’Olanda ha sempre costretto i suoi abitanti a doversi adattare alla sua conformazione territoriale, sviluppando in essi un grande senso dell’organizzazione e ispirando moltissimi artisti, tra cui Mondrian.
Dopo questa introduzione, Geluk procede illustrando alcuni sui progetti. Il primo riguarda la rivalutazione di una zona precedentemente utilizzata per esercitazioni militari: nel farlo, il suo team ha deciso di concentrare l’abitato in piccole zone del terreno e di creare parcheggi sotterranei con l’intento di lasciare la maggior parte dello spazio alla natura. Interessante in questo progetto, il coinvolgimento dei clienti: ogni futuro abitante, infatti, ha deciso, affiancato dagli architetti, come costruire la sua casa, con il solo vincolo di dover chiedere al proprio e futuro vicino di casa l’approvazione del progetto. “Con questa idea abbiamo fatto convergere i desideri delle persone nell’architettura”, spiega Geluk che illustra poi il progetto per un parco all’imbocco dell’autostrada che unisce Amsterdam a Parigi: “per realizzarlo, si è dovuto pensare a spostare l’autostrada sotto terra: è stata una sfida per noi, ma ci siamo riusciti”.
Infine, Geluk illustra l' ultimo progetto relativo alla sede della Philips a Eindhoven, costruito come una sorta di campus universitario, con spazi aperti, numerosi ambienti di incontro e un enorme parcheggio con facciate ricoperte di piante. “Un luogo con un’impronta socialmente interessante”conclude Geluk,” con aree che favoriscono l’incontro e che sono completamente circondate dalla natura”.
Ancora una volta, come in molti altri progetti illustrati nel corso delle cinque conferenze, la natura diventa parte integrante dell’architettura olandese, elemento peculiare che l’architetto, in Olanda, non può e non vuole ignorare. Lo scambio Italia-Olanda si è dunque concluso, ma il carico di stimoli che ha lasciato dietro di sé, il bagaglio di spunti da cui poter trarre nuove idee, non è di certo da sottovalutare, ma da sfruttare al meglio, tenendolo da conto, con cura, proprio come delle “cartoline dall’Olanda”.



Intervista a Cor Geluk e David Keuning


Per vedere il video della serata, vai al seguente link
http://www.youtube.com/user/Ordinevarese?feature=mhum

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