LUCA MOLINARI AL MAGA
Il futuro nel nostro presente
Cornice artistica per una conferenza d'architettura, il Museo d'arte contemporanea Maga, martedì 16 novembre ha ospitato una folta schiera di architetti e interessati, accorsi in via de Magri per ascoltare il curatore del Padiglione Italia della 12a Biennale di Architettura di Venezia: Luca Molinari.
In un'ora esatta, il giovane architetto è riuscito a catturare l'attenzione dei presenti spiegando tutti i punti salienti del suo progetto, dal titolo all'allestimento, dall'idea generatrice al messaggio finale.
La conferenza si è aperta anzitutto con una delucidazione sul nome coniato dal curatore per il padiglione, "Ailati": derivato dalla lettura, al contrario, della parola "Italia", questo termine racchiude sinteticamente l'idea di dare, all’architettura contemporanea, una nuova lettura, guardandola attraverso uno sguardo originale, laterale -ai lati, appunto- per cogliere con più rigore e saggezza i riflessi dal futuro che la realtà ci manda.
Il discorso si è spostato poi sull''allestimento, studiato in simbiosi con il concetto alla base della mostra, ovvero la rappresentazione di passato, presente e futuro dell'architettura italiana.
"Per l'allestimento non è stata toccata nessuna parete", spiega Molinari, "ed è stato usato solo un materiale, il megapan, il tutto per azzerare l'impatto dell'allestimento sullo spettatore e per permettere alle persone di muoversi con facilità e di incontrarsi".
Molinari ha proseguito quindi con una chiara esposizione del suo concetto curatoriale, nato da una considerazione precisa sull'architettura italiana, che "soffre di una forte amnesia del presente, insieme ad una grande paura del futuro".
La prima “Amnesia nel presente. Italia 1990-2010” è un bilancio sull’architettura italiana degli ultimi vent’anni realizzata per offrire una comprensione del nostro presente più attenta e consapevole, un resoconto ottenuto attraverso interviste e 450 immagini.
La sezione centrale della mostra, “Laboratorio Italia”, è dedicata al presente con opere costruite in questi ultimi anni per dare uno sguardo concreto su quello che di qualità si costruisce in Italia e sui tipi di sperimentazioni che si portano avanti. Le opere sono suddivise in 10 aree tematiche per un Paese in cerca di nuove identità e soluzioni: Progettare solidale, Abitare sotto i 1000 euro al mq, Cosa fare dei beni sequestrati alle mafie, Emergenza paesaggio, Spazi per comunità, Nuovi spazi pubblici, Ripensare città, Archetipo/prototipo, Work in progress, Innesti.
“Italia 2050”, terza e ultima parte della mostra, costituisce un dialogo con Wired, l’autorevole periodico italiano dedicato alle grandi idee e alle tecnologie che cambiano il mondo: per questa sezione sono stati interpellate 14 personalità tra scienziati, pensatori, film-maker, sorte di “produttori di futuro" che hanno proposto delle parole chiave per i prossimi decenni del nostro Paese, interpretate poi visivamente da altrettanti progettisti. In quest'ultima sezione, allestita su un piano sopraelevato rispetto al piano del padiglione e collegata ad esso attraverso numerose rampe (una per ogni tema), sono emerse tematiche universali che hanno portato gli architetti a rapportarsi con elementi che coinvolgono tutta l'umanità.
"Con questo progetto", conclude Molinari, "ho voluto proporre degli spunti e dare dei segnali per riflettere sul passato, per mostrare al mondo che in Italia si fanno cose interessanti e per permettere agli architetti di riscoprire la felicità della sperimentazione. In Italia c'è bisogno di cose che ancora non ci sono ed il futuro, in fondo, si costruisce dal presente."
Per vedere la versione integrale del video, via al seguente link: http://www.youtube.com/user/Ordinevarese?feature=mhum
1 commenti:
tanto brutto il maga quanto bravo molinari
Posta un commento