lunedì 19 aprile 2010

VALENTIN BEARTH “LA COSTRUZIONE DELLO SPAZIO”

Dialogando con le montagne...
Il Progetto “Diploma 2010” continua: mercoledì 14 aprile, a Villa Panza, a tenere la quinta conferenza del ciclo di incontri d'architettura è stato il Direttore dell’Accademia di Mendrisio, Valentin Bearth.
Questa volta, però, a differenza degli incontri passati, l’illustre relatore non ha preso in considerazione i progetti degli studenti dell’Accademia relativi alla città di Varese, ma ha affrontato un discorso più ampio, generale, basato sulla tematica relativa alla “costruzione dello spazio”.

La conferenza si è aperta con una veloce carrellata di immagini tratte dal repertorio della storia dell’arte e focalizzate sul rapporto tra uomo e montagna: nel passaggio dalla rappresentazione di una natura enorme e schiacciante, quale traspare dalle opere di fine Settecento, alla visione sublimata di Ferdinand Hodler, poi a quella romantica di Caspar David Friedrich, fino a giungere ad esiti estremi contemporanei come gli impacchettamenti paeasggistici di Christo, si osserva come l’uomo abbia progressivamente superato il “timor sacro” nei confronti della natura, per penetrare, lentamente, in essa e a volte provare a contenerla o, addirittura, a superarla.

Esempi di questo rapporto nuovo e contemporaneo con la montagna, teso a dialogare con essa e a volte, a sfidare la sua impenetrabilità, sono le grandi opere ingegneristiche costruite in paesaggi estremi, come i ponti sospesi e le dighe, “espressioni della sicurezza”, spiega Bearth, “in ambienti profondamente insicuri, che portano ad un cambiamento, anche violento, dello spazio”.

Anche i progetti realizzati da Valentin Bearth e da lui illustrati nel corso della serata si inseriscono nell’ottica di un’architettura che permetta all’uomo di “entrare nella montagna”, ma come sottolinea Bearth “con intelligenza”: un esempio è la Funivia ad Arosa, una struttura che si integra perfettamente con la natura circostante, diventando essa stessa una sorta di collina. Anche la Neue Monterosa Hütte (vedi immagine qui a fianco), un rifugio per alpinisti costruito a 2800 mt di altezza, incarna il simbolo di un’architettura che si inserisce delicatamente nella natura: l’edificio, infatti, è autosufficiente per il 90% e si sviluppa radialmente catturando la luce del sole in qualsiasi lato della struttura.

E, come ultimo esempio di progetto realizzato dialogando con la natura, Bearth ha presentato la cantina vinicola Gantenbein: dall’ampliamento di un edificio già esistente, l’Architetto è riuscito ad ottenere una struttura in cui ogni necessità è divenuta una sfida architettonica e un valore aggiunto estetico. L’esigenza di creare una stanza in penombra, per conservare le botti di vino, ha condotto, per esempio, l’Architetto a realizzare un muro dalla texture particolarissima che, all’ interno, permette al sole di entrare attraverso piccole fessure, creando giochi di luce affascinanti, quasi sacrali e, all’esterno, produce un effetto visivo che ricorda le forme degli acini d’uva.
“La spazialità delle montagne non ha qualità in sé. È l’uomo che la determina nello scegliere come mettersi nello spazio”: questa frase, utilizzata dall’Architetto Valentin Bearth per aprire la conferenza, sembra ripercorrere, implicitamente, i progetti da lui realizzati e illustrati nel corso della serata, dimostrando che, a volte, la teoria, può diventare anche pratica.

CURRICULUM VITAE

Nato a Tiefencastel (Canton Grigioni, Svizzera) nel 1957, Valentin Bearth vive e lavora a Coira.
Dopo essersi laureato in architettura al Politecnico Federale di Zurigo con il Prof. Dolf Schnebli nel 1983, Bearth inizia a collaborare con lo studio di Peter Zumthor.
Nel 1988 fonda con Andrea Deplazes lo studio Bearth & Deplazes che ha sede a Coira e a Zurigo, cui è associato dal 1995 anche Daniel Ladner. Inizia così un’intensa attività professionale in Svizzera, soprattutto nei Grigioni, e all’estero: lo studio realizza numerosi edifici residenziali, scolastici e di attrezzature pubbliche ottenendo riconoscimenti nazionali e internazionali, fra cui il Premio Neues Bauen in den Alpen (Sexten, 1992, 1996 e 1999), l’Auszeichnung guter Bauten in Graubünden (1994 e 2001), il Premio Beton 01 (Zurigo, 2001) e una menzione al Velux Award 2007. Nel 1999 lo studio risulta finalista al prestigioso Mies van der Rohe Award.
Nel 1997 e fino al 2000 Bearth fa parte della Commissione Federale per la Protezione dei Monumenti in Svizzera.
Dal 2000 insegna progettazione all’Accademia di architettura di Mendrisio.
Dal 2003 al 2005 è professore invitato alla Facoltà di architettura dell’Università di Sassari, sede di Alghero.
Da settembre 2007 è il Direttore dell’Accademia di architettura di Mendrisio.
Le numerose conferenze che tiene in Svizzera e all’estero affrontano spesso il rapporto che intercorre tra insegnamento, ricerca e pratica professionale.
Tra i progetti e le opere realizzate dallo studio Bearth & Deplazes ricordiamo: la scuola con sala polivalente a Alvaschein (1991); la scuola con sala polivalente a Tschlin (1993, progetto menzionato al Premio internazionale Architettura contemporanea alpina, Sexten 1996); gli appartamenti “In den Lachen” a Coira (1997); la scuola con sala polivalente a Vella (1997, anch’essa menzionata al Premio Architettura contemporanea alpina 1999, Premio Alcopor 2000, nonché progetto finalista al 6° Mies van der Rohe Award nel 1999); i laboratori di scienze naturali della scuola cantonale di Coira (1999); la scuola con sala polivalente a Zillis (1999); Casa Williman-Lötscher a Sevgein (1999); il Maiensäss Cania a Fanas (1999); la stazione di Disentis (2001); la Galleria municipale a Marktoberdorf (Germania, 2001); la stazione della seggiovia Carmenna a Arosa (2001); Casa Walther a Malans (2001); Casa Meuli a Fläsch (2001); la sede per la Svizzera orientale della Compagnia d’assicurazioni ÖKK a Landquart (2002); il parcheggio Serletta a St. Moritz (2004); l’azienda vinicola Gantenbein a Fläsch (2007, menzione al Velux Award 2007); la nuova capanna del Monte Rosa (2009). Fra gli altri lavori, attualmente Bearth & Deplazes si stanno occupando del progetto del Tribunale penale federale a Bellinzona, concorso che lo studio ha vinto con gli architetti Durisch + Nolli di Lugano.
Anche Vareseturismo ha scritto un pezzo sulla serata. Per visualizzarlo, clicca qui:
http://www.vareseturismo.it/it/node/1611#profilo

per vedere la versione integrale del video vai al seguente link:
http://www.youtube.com/user/Ordinevarese#p/p

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