PRESENTAZIONE ECOMUSEO_VILLA RECALCATI
Giovedì 5 maggio, a Villa Recalcati, è stata presentata ufficialmente e dettagliatamente la rete ecomuseale delle Provincia di Varese, ideata con l’obiettivo di connettere tra loro beni storici, naturali, paesaggistici, gastronomici che, pur non avendo parametri per entrare a far parte di un museo, esprimono la ricchezza di un determinato territorio, caratterizzandone in modo unico ed emblematico l’identità. Membro fondamentale di questa rete, l’Associazione Ecomuseo delle zone umide dei laghi prealpini, nata da un progetto che lega l’Ordine Architetti Varese, il Politecnico di Milano e Varese europea.
Giovedì mattina, ben undici relatori hanno approfondito alcuni aspetti della mission di questa rete, mostrando anche esempi di ecomusei già attivi: nel corso dell’incontro sono state affrontate numerose tematiche, si è parlato di recupero, valorizzazione, scientificità, si è trattato il tema del turismo, il concetto di sistema ed è stata più volte sottolineata l’ambizione che guida il progetto.
SISTEMA E SCIENTIFICITA'
Ad aprire la mattinata, il Dott. Giangiacomo Cavenaghi, Presidente





PERCORSI E VALORIZZAZIONE
L’Architetto Paolo Albrigo, direttivo dell’Associazione, ha illustrato alcuni tra i percorsi individuati: un percorso potrebbe coincidere con la pista c
iclabile del lago di Varese, uno legherebbe i laghi attraverso zone di pregio artistico e naturalistico, un altro potrebbe unire i sistemi di fortificazione della Prima Guerra Mondiale. Oltre ai beni tangibili, però, verranno inseriti nel progetto anche personaggi storici di grande importanza, tradizioni e prodotti tipici. A proposito di prodotti eno-gastronomici, è intervenuto Ivan Rovetta, dell’associazione Slow Food, sottolineando il dialogo che da tempo si è creato tra loro e la Rete degli Ecomusei, dovuto alle numerose affinità di intenti.
Entrambe infatti intendono dare più valore a ciò che rende diverso e unico il territorio, entrambe sono specchio in cui rappresentarsi e attraverso il quale farsi guardare dall’osservatore esterno, si fondano sull’accoglienza e la valorizzazione dei giacimenti gastronomici e su un’attenzione particolare nei confronti della vita delle popolazioni, delle tradizioni locali, della memoria dinamica, dello sviluppo operativo.
L’Architetto Paolo Albrigo, direttivo dell’Associazione, ha illustrato alcuni tra i percorsi individuati: un percorso potrebbe coincidere con la pista c


ESEMPI DI ECOMUSEO

L’ecomuseo piemontese, come ha spiegato l’Architetto Donatella Murtas, nasce intendendo il paesaggio quale elemento d’unione tra persone e luoghi; il progetto nasce infatti dal coinvolgimento dei cittadini, sensibilizzati sull’import

L’esempio dell’Ecomuseo del Brinzio, illustrato dal Professor Ezio Vaccari e dal Sindaco di Brinzio, prende piede da un museo etnografico realizzato in sinergia col Comune del Brinzio e l’Università

AMBIZIONE

Un progetto ambizioso dunque, come aggiunge l’Architetto Sacchetti, la cui fonte ispiratrice è addirittura l’americana Route 66, il museo a cielo aperto più lungo del mondo. Un progetto che, su consiglio dell’Architetto Murtas, non dovrà aver paura di osare, provocare, rischiare per salvaguardare il passato e per creare nuovi stimoli per affrontare meglio il futuro.
2 commenti:
complimenti per i testi sempre scritti in maniera impeccabile!
Robi Ronza è un Giornalista non un architetto
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