Non solo fotografia Più che un corso, un percorso. Più che lezioni di fotografia, serate di immersione tra gli elementi che uno scatto fotografico coinvolge, uno scatto che è scrittura di luce (fotos=luce, grafein= scrivere) e immagine istantanea, ma anche memoria e narrazione del e nel tempo.Come ha spiegato Martedì 3 maggio il Professor Pozzi, i “4 + 1 incontri di fotografia”, organizzati dall’Ordine, condurranno i presenti all’interno del “mondo labirintico della fotografia”, per dare a tutti la “possibilità di acquisire elementi per sviluppare il linguaggio delle immagini”, attraverso la storia della fotografia, alcune nozioni tecniche e qualche salto nella letteratura e nella filosofia.

Martedì 3 maggio il Professor Pozzi ha dato inizio a questo viaggio, illustrando l’evoluzione della fotografia, dai primi esperimenti di Niepce, al brevetto di L.J.M. Daguerre, da Hippolyte Bayard a Talbot, dai fratelli Alinari a Timothy O’Sullivan, E.Muybridge, Nadar, Jacob Riis, Lewis Hine, George Eastman, J.Henri Lartigue, Eugène Atget, per concludere con Henri Cartier Bresson e Robert Frank.

Nel corso della serata, il percorso lungo la storia della fotografia è diventato veramente labirintico, snodandosi attraverso molteplici ramificazioni, come i riferimenti alle questioni sollevate da Roland Barthes e alla coscienza ottica di Walter Benjamin, gli ambiti di applicazione della fotografia (fotografia documentaristica, ritrattistica, fotoreportage,pubblicità, moda,…) e alcuni aspetti tecnici tra cui il tempo di esposizione, la composizione, le aperture dell’obiettivo.
Per i partecipanti al corso si prospettano dunque serate davvero stimolanti, dense di spunti, di immagini, parole e pensieri, serate che si arricchiranno dell’apporto di ogni persona

presente.
Perché ogni immagine, come ha affermato il Professor Pozzi, è un racconto ma, prima di scattare una fotografia, è necessario sapere cosa si vuole raccontare: per questo, nell’ultimo incontro, toccherà ai presenti portare le proprie fotografie e a raccontare il proprio sguardo e quindi, la propria scrittura di luce.
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