giovedì 19 novembre 2009




::NUMERO LIMITATO::




"FRANK O. GEHRY DAL 1997"



Giovedì 3 Dicembre ore 20.30 presso la Triennale di Milano, l’Ordine degli Architetti di Varese, organizza la visita guidata alla mostra “FRANK O. GEHRY DAL 1997”.



I posti disponibili sono solo 25, è quindi necessario inviare un fax di adesione presso la segreteria dell'Ordine, entro il 27 novembre.


Info e dettagli:
http://www.ordinearchitettivarese.it/ViewNews.aspx?nid=1854&pid=1

mercoledì 18 novembre 2009



::SERATA DA NON PERDERE::

GIOVEDI' 26 NOVEMBRE 2009, ALLE ORE 20.30
PRESSO LA SEDE DELL'ORDINE DEGLI ARCHITETTI P.P.C. DI VARESE
VIA GRADISCA 4 - VARESE

INCONTRO CON LO SCRITTORE:

ANDREA DE CARLO

Sono nato a Milano, dove sono cresciuto. Mio padre faceva l’architetto, mia madre la traduttrice. Mio nonno paterno era siciliano, mia nonna paterna cilena; dal lato materno erano piemontesi. Ho cominciato a scrivere quando ero al liceo: ritratti di compagni di scuola e di professori, testi di poche pagine. Poi la faccenda è diventata più seria quando mia madre per il mio diciottesimo compleanno mi ha regalato una Lettera 22 portatile, rossa. Con quella ho scritto appunti, impressioni, racconti, lettere, due interi romanzi mai pubblicati, e infine i miei primi due romanzi pubblicati. Mi sono laureato in Lettere moderne con una tesi in Storia contemporanea (la storia, e le infinite storie che contiene, continua a interessarmi molto.) Ho girato un po’ il mondo, passando lunghi periodi negli Stati Uniti, in Australia, in Sud America e in diverse città europee. Quando ho finito il mio terzo romanzo, ‘Treno di panna’, mi è sembrato di avere finalmente trovato una mia voce di scrittore, così l’ho mandato ad alcuni editori, nessuno dei quali mi ha risposto. Dopo qualche mese su consiglio di un amico l’ho mandato a Italo Calvino, che oltre a essere un grande scrittore era uno dei principali consulenti della casa editrice Einaudi. Il mio romanzo gli è piaciuto, e ha deciso di pubblicarlo, scrivendo anche una bella quarta di copertina. L’anno dopo, a un premio letterario vinto con quel libro (oggi non partecipo più a premi letterari, perché ho scoperto che sono quasi tutti truccati e comunque non mi piacciono le gare, tra cavalli, cani, o scrittori che siano), ho conosciuto Federico Fellini. Siamo diventati amici, e gli ho fatto da assistente nel film ‘E la nave va’. Verso la fine di quel lungo viaggio, ho girato un film/documentario dal titolo ‘Le facce di Fellini’, proiettato una sola volta e poi sparito in circostanze misteriose. Ho collaborato anche con Michelangelo Antonioni, alla sceneggiatura di un film mai realizzato. Anni dopo, sono stato regista di ‘Treno di panna’, un film vagamente basato su quel romanzo. Tra le altre mie attività non letterarie ci sono i balletti ‘Time Out’ e ‘Salgari’ , scritti insieme a Ludovico Einaudi e messi in scena con gli ISO e Daniel Ezralov, e i cd di mie musiche ‘Alcuni nomi’ (con il percussionista bengalese Arup Kanti Das) e ‘Dentro Giro di vento’. I miei romanzi sono: ‘Treno di panna’, ‘Uccelli da gabbia e da voliera’, ‘Macno’, ‘Yucatan’, ‘Due di due’, ‘Tecniche di seduzione’, ‘Arcodamore’, ‘Uto’, ‘Di noi tre’, ‘Nel momento’, ‘Pura vita’, ‘I veri nomi’, ‘Giro di vento’, ‘Mare delle verità’, ‘Durante’. Sono tradotti in 26 paesi. Partecipo alla campagna di Greenpeace ‘Scrittori per le foreste’, e i miei libri sono stampati su carta riciclata senza uso di cloro o su carta certificata FSC (che unisce fibre riciclate post-consumo e fibre vergini provenienti da buona gestione forestale e da fonti controllate). Per il momento la mia base è sulle colline nell’Italia centrale, ma giro molto.




martedì 3 novembre 2009

"L'INTERNAZIONALIZZAZIONE DEGLI STUDI DI ARCHITETTURA"




"L'INTERNAZIONALIZZAZIONE DEGLI STUDI DI ARCHITETTURA"
Presentato da AIA Continental Europe presso l’Ordine degli Architetti di Varese

11 Novembre, 2009 ore 20:30 Via Gradisca 4 – 21100 Varese

Introduzione: Arch. Gregg Brodarick Asoc. AIA, 2009 Secretary AIA Continental Europe Chapter

Arch. Marc DiDomenico, AIA “International Architects and the AIA” Architetti internationali nel AIA 2009 President, AIA Continental Europe Chapter

L’Architetto Marc DiDomenico, nato negli Stati Uniti D’America nel 1974, è fondatore e direttore creativo del Florence Institute of Design International.. L’Istituto, situato nel centro storico di Firenze, è una scuola internazione di design aperta agli studenti di tutto il mondo. DiDomenico è stato, inoltre, nel 2009 Presidente dell’American Insitute of Architects in Europa Continentale. Attraverso l’AIACE egli è coinvolto nell’organizzazione di mostre di design, viaggi di architettura e conferenze internazionali. L’ Architetto DiDomenico ha studiato negli USA, dove si è laureato sia presso l’Università Drexel , sia presso la Syracuse.

Arch. Marc DiDomenico was born in the United States in 1974 and is the founder and creative director of the Florence Institute of Design International. Situated in the historical center of Florence, the institute is an international design school open to students worldwide. DiDomenico also servers as 2009 President of the American Institute of Architects Continental Europe chapter. Through the AIACE he is involved with the organization of design exhibitions, architectural tours, and international conferences. Arch DiDomenico was educated in the United States with degrees from both Drexel and Syracuse Universities.

Arch. Sergio Danese, AIA “An Italian Architect in New York” – la registrazione come Architetto in America.

Sergio Danese inizia l’ attività di 21.architettura nel giugno 1990 dopo un trienno di progettazione e costruzione di negozi nel settore food; la mission guida di tutti i progetti di è quella di cucirli su misura interpretando lo spirito e la cultura dei Committenti, mantenendo la massima propositività , operando in Italia , in Europa ed anche negli Usa ed in Asia nei settori residenziale, corporate e retail ; l’ottenimento della Licenza di Architetto nello Stato di New York, abilitazione professionale rilasciata nel 2006 dalla charter di New York.

Sergio Danese started 21.architettura activity in 1990 after a three years career in design of restaurants and gourmet shops; The mission is to be the taylor of the Clients proposing them appropriate solutions following their spirit and culture ; Since 2006 he is an AIANYS licensed architect belonging to the New York chapter;

Arch. Giancarlo Alhadeff, FAIA “Presentation of Works” - presenterà i propri lavori. Studio Alhadeff ArchitectsGiancarlo.

Alhadeff fonda lo “Studio Alhadeff Architects” nel 1991, dedicato alla progettazione architettonica con un punto di vista internazionale. Infatti fin dalla sua nascita, lo studio ha realizzato progetti negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Giappone, in Medio ed Estremo Oriente. Ha progettato in una varietà di settori architettonici; fedele alla natura poliedrica del suo fondatore. Questi includono nuovi edifici come hotels e fitness centers; il recupero di strutture esistenti, comprese quelle riconosciute per il loro valore artistico e storico; progetti di interior design commerciale e privato, incluse boutique di alta moda, uffici, showrooms, centri commerciali, ristoranti nonché residenze private.

Giancarlo Alhadeff established Studio Alhadeff Architects in 1991, dedicated to design with an international point of view. From its inception, the Studio has carried out design projects in the U.S., U.K., Japan, and the Far and Middle East. It has realized projects in a variety of architectural sectors, true to the multifaceted nature of its founder. These include new buildings such as hotels and fitness centers; restoration of existing structures including those recognized for their artistic and historic value; commercial and private interior design, including high visibility, high fashion boutiques, offices. Showrooms, shopping centers, restaurants as well as private residences.

martedì 28 luglio 2009

SUPERMODERNISM - La seconda modernità in Olanda - Mecanoo e Claus en Kaan



Con il termine Supermodernism ci si riferisce a quella tendenza architettonica sviluppatasi negli anni Novanta e che ha visto come suo epicentro gli architetti olandesi. Come ben spiega Hans Ibelings nel libro che, in qualche modo, ha dato il nome a questo periodo, il fenomeno va ben oltre i Paesi Bassi, con la chiamata in causa di architetti quali Herzog & DeMeuron con il Train Control Centre a Basilea, Peter Zumthor ed il progetto per la Kunsthaus Bregenz, Austria - 1991-1996 o Toyo Ito - edificio ITM a Matsuyama, Giappone del 1993. Secondo la proposta critica di Ibelings il Supermodernism può essere identificato come una deriva sintattica del Postmodern in cui l'architetto viene liberato dal peso e dalla responsabilità di proporre un' architettura carica di significato. L'architettura in questa sua accezione non ha più bisogno di dimostrare qualcosa o di dover esprimere difficili concetti. In questo senso le architetture entrano in una dimensione più libera e spensierata del tutto scevre da responsabilità culturali o teoriche. Seguendo il punto di vista del critico olandese, il Postmodern lascerebbe il posto ad un revival del modern che tuttavia non possiede la carica innovatrice (e teorica) degli anni 30. Così, agli studi sul funzionalismo in architettura, ai Congrès Internationaux d' Architecture Moderne vengono sostituite architetture innovative e il cui fine principale sembra essere quello di stupire e meravigliare. In effetti architetti come Rem Koolhaas, Wiel Arets, Ben van Berkel (UN Studio), MVRDV, Erick van Egeraat, Mecanoo, Neutelings-Riedijk, NOX, Kas Oosterhuis, Claus en Kaan, West 8 hanno dimostrato durante gli anni Novanta un approccio nei confronti della realtà di tipo pragmatico e sperimentale.

Architetture sorprendenti, provocatorie ed incoscienti nate in seno ad un processo di ricostruzione sociale ed economico avvenuto in Olanda a seguito della caduta del muro di Berlino. La gestione diretta dello sviluppo edilizio e urbano olandese da parte esclusiva delle amministrazioni pubbliche si è infatti dimostrata insostenibile con l'apertura delle frontiere e l'instaurazione di una libera concorrenza fra nazioni all'interno della Comunità Europea. In questa fase di transizione, come spiega Bart Lootsma nel suo libro Superdutch, l'imprenditoria privata ha avuto la meglio sul settore pubblico ed è stata capace di dirigerele sue richieste verso una architettura fantastica e mai pensata in precedenza. Tutto ciò ha cambiato in parte il gusto estetico popolare con la costruzione di città ex-novo (Almere, Ijburg, Lelystad) e stravolgendo il rapporto urbano di esistente-nuovo; lasciando al futuro considerazioni ed analisi ex-post.
Il fenomeno della seconda modernità in Olanda può essere rappresentato attraverso la lettura di due approcci progettuali principali. Li chiameremo per comodità uno in positivo ed uno in negativo.

Il primo è ben dimostrato dall' opera di Mecanoo. L'ufficio fu fondato a Delft nel 1984 da Erick van Egeraat, Chris de Weijer, Henk Doll e Francine Houben. A seguito di divergenze professionali unitamente ad un cospicuo numero di incarichi disponibli, i quattro si separarono aprendo ognuno il proprio ufficio. Erick van Egeraat fonda EEA Associated Architects nel 1995. Chris de Weijer fonda assieme ad altri DP6 architectuurstudio, Henk Doll fonda doll-atelier voor bouwkunst e Francine Houben resta sotto il nome di Mecanoo. Tralasciando gli esordi di chiara impronta post-modern, lo studio Mecanoo si è sempre distinto per una attenta ricerca sui materiali e sull'importanza dell'oggetto in sè. In gran parte dei progetti è apprezzabile l'importanza della forma complessiva dell'edificio (o degli elementi del landscape) a cui viene delegata gran parte della riuscita del progetto. L'impatto visivo primo, quello a first glimpse, è ritenuto fondamentale. In seconda istanza vengono le superfici di cui è composto l'oggetto principale. Trattate come pelli, come schermi o elementi semi-trasparenti, i rivestimenti sono materiali sottoposti a lunghi ed accurati studi. Terza caratteristica è una sorta di eclettismo moderato (o incosciente) dovuto principalmente alla gestione interna dell'ufficio di Delft. Guidato da "una mano femminile", come è stato detto, e diretto da diversi partners con diversi background e differenti capacità. Una architettura di "aggiunta", di intuito piuttosto che rigidamente controllata da regole teoriche. Aggiunte compositive continue ed insospettabili rispetto ad un paradigma mai stato chiaro si pongono a scapito della chiarezza ma lasciano sicuramente ampio margine a creatività e sorpresa.


L'approccio progettuale in negativo è invece di Felix Claus e Kees Kaan. Fondano il loro ufficio ai margini del periodo di cambiamento olandese, nel 1988. Le attività dello studio C&K, diviso fra Amsterdam e Rotterdam, si dividono tra architettura, interior design, restauro (nella concezione olandese), piani urbanistici fra progetti nazionali ed internazionali. Uno studio a tutto tondo si direbbe. Una definizione del loro modo di lavorare può essere ritrovata nella spiegazione a margine della loro philosophy nelle loro pubblicazioni ufficiali: "fine buildings are the result of a continuous design process throughout the execution of the project, in which client and architect work together in achieving best value and architectural quality". Lo studio di C&K si concentra su un proficuo rapporto tra esigenze del cliente e budget per il progetto. Hanno in più occasioni dimostrato di saper bene come rendere produttivo questo rapporto e, allo stesso tempo, ottenere una architettura degna di attenzione. Il progetto di C&K si riconosce facilmente tra quelli degli altri olandesi per la costante ricerca di una asciugatura dei segni. Tutto ciò che è superfluo alla composizione e alla funzionalità dell'edificio viene eliminato lasciando un risultato con caratteri secchi ed apprezzabili. L'edificio che ospita la sede di Amsterdam, ad esempio, è formato da sei parallelepipedi sovrapposti. Due lati ciechi e due finestrati. Il lato lungo in affaccio su strada è diviso in cinque parti uguali, ognuna delle quali ha una grande apertura rettangolare nel centro che consente una suggestiva vista sul IJ. In un solo elemento architettonico (il pannello di facciata) viene concentrata l'apertura, la chiusura verticale, parte degli impianti, la partizione ed elemento ritmico di facciata e ad esso viene affidato il compito di conferire un carattere all'edificio. Carattere in chiara posizione di coerenza con tutta l'opera di C&K. Un segno asciutto e funzionale ottenuto mediante sottrazione di elementi superflui o gratuiti alla ricerca di una sintesi ottimale tra architettura e necessità del cliente.
Silvio Carta




mercoledì 15 luglio 2009

On-line il nuovo Blog dell’Ordine!

La stagione culturale offerta dal Consiglio dell'Ordine si conclude come di tradizione con il periodo estivo.

E' stato un anno di impegno senza sosta per assicurare agli iscritti corsi ed incontri sempre interessanti.
Quasi un centinaio di colleghi hanno presentato la loro personale via alla professione ed alla qualità architettonica.
Abbiamo impresso una fortissima accelerazione alle attività riuscendo a coinvolgere centinaia di iscritti, di tutte le età, con la volontà di dare voce a chi avesse avuto la voglia di confrontarsi, riflettere, aggiornarsi, trasformando la sede dell'Ordine in luogo di cultura architettonica.
"Il paesaggio, il territorio e l'architettura sono espressione culturale essenziale dell'identità storica in ogni paese. L'architettura si fonda su un insieme di valori etici ed estetici che ne formano la qualità e contribuisce, in larga misura, a determinare le condizioni di vita dell'uomo. L'opera di architettura, ed in genere le trasformazioni fisiche del territorio, tendono a sopravvivere al loro ideatore e ai loro originari utenti. Per questi motivi sono di interesse generale e costituiscono un patrimonio della Comunità".

Quanti nostri iscritti interessati alle serate di architettura o ai corsi di aggiornamento per mille motivi non hanno potuto essere presenti?

Uno strumento interessante per lasciare traccia delle testimonianze di architettura offerte dai relatori e dare a tutti la possibilità di partecipare interagendo con la vita culturale dell'Ordine anche dalla scrivania del proprio ufficio o da casa potrebbe essere questo blog.
Il Consiglio ha quindi deciso di percorrere anche questa strada e, sperimentalmente, ha aperto il Blog ufficiale dell'Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della provincia di Varese.
Con questo blog ci si propone di creare un’interazione informale con gli iscritti all’Ordine e con quanti siano interessati al mondo dell’architettura.
L’intento è quello di discutere insieme dei numerosi incontri organizzati dall'Ordine e creare una sorta di dibattito interattivo sugli argomenti da noi proposti.
Riporteremo testi scritti direttamente dai relatori dei nostri incontri ed avrete la possibilità di ricevere risposte direttamente da loro.
Il primo testo che verrà proposto nei prossimi giorni è opera di Silvio Carta, giovane e promettente critico dell'Università di Cagliari, conosciuto in occasione del viaggio di aggiornamento a Rotterdam-Almere-Amsterdam.

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