lunedì 3 maggio 2010

MARIO BOTTA "PIAZZA REPUBBLICA, UNA NUOVA CENTRALITA' URBANA"

MARIO BOTTA, TRA MEMORIA E STRATIFICAZIONE
“Da qualche giorno siamo diventati un po’ più poveri”: si è aperta così, con un sentito riferimento alla triste perdita del Conte Giuseppe Panza, l’ultima delle conferenze del progetto “Diploma 2010”.
Queste sono infatti, le parole con cui il relatore della serata, l’Architetto Mario Botta, ha iniziato il suo discorso, rivolgendo il pensiero all’enorme vuoto che il grande collezionista, scomparso appena cinque giorni prima della conferenza, ha lasciato nel mondo dell’arte e nel cuore di chi, come lui, lo conosceva personalmente.

“Tutta la serata sarà dedicata a lui”, ha continuato Botta, una serata incentrata sui progetti che gli studenti dell’Accademia di Mendrisio hanno ideato reinterpretando Piazza Repubblica, un contesto che, secondo l’Architetto, risulta molto interessante data la sua continuità con il centro storico e la molteplicità di aspetti che si legano a questo luogo. Dare agli studenti questo contesto significa infatti, come ha spiegato Botta, riflettere su alcuni punti molto importanti, come il rapporto tra città e collina, il completamento di quartieri che attualmente si presentano in maniera frammentata e la ricerca di un significato forte per un vuoto che si presenta ora come elemento di convergenza tra diverse strade.

Molti input, dunque, per gli studenti che, dopo aver realizzato un enorme plastico della città, hanno ideato proposte diverse, alcune orientate a consolidare gli elementi significativi della zona, altri rivolti alla realizzazione di una grande area verde, altri ancora basati sulla trasformazione di questo luogo come collegamento per raggiungere il lago.

Ad unire tutti i progetti, un leitmotiv, ovvero la stratificazione della città poiché “la città deve crescere su se stessa e ogni ragazzo dovrà porre i suoi limiti”.
E in fondo, la stratificazione, ed in particolare la storia, è un tema che Botta, da sempre, ama affrontare attraverso la sua architettura, come ha spiegato, durante la conferenza, a proposito del Centro Pastorale “Papa Giovanni” di Seriate da lui progettato: l’edificio, con base quadrata, quattro particolarissimi lucernari e due absidi è, all’interno, completamente rivestito di foglia oro, proprio per “riproporre una cultura millenaria che stiamo perdendo”. Anche con il grande intervento di ristrutturazione realizzato al Teatro Alla Scala di Milano, Mario Botta si è concentrato su come il linguaggio architettonico del XX secolo possa ancora essere parte della stratificazione di una storia millenaria com'è, appunto, quella di Milano. La serata è proseguita con la spiegazione da parte di Mario Botta dei grandiosi edifici da lui progettati, come il Centro Wellness di Arosa, il Museo per le Culture Tradizionali di Seoul, la Chiesa del Santo Volto di Torino.
Ma la vera protagonista della serata è stata la memoria, perché, come ha voluto concludere l’Architetto Mario Botta, “la memoria dovrebbe essere continuamente sollecitata” per scongiurare “il dramma dell’oblio, verso il quale la rapidità delle trasformazioni rischia di condurre l’umanità”.

CURRICULUM VITAE
Nato il 1 aprile 1943 a Mendrisio, Ticino. Dopo un periodo d’apprendistato presso lo studio degli architetti Carloni e Camenisch a Lugano, frequenta il liceo artistico di Milano e prosegue i suoi studi all'Istituto Universitario d'Architettura di Venezia, dove si laurea nel 1969 con i relatori Carlo Scarpa e Giuseppe Mazzariol. Durante il periodo trascorso a Venezia, ha occasione di incontrare e lavorare per Le Corbusier e Louis I. Kahn.La sua attività professionale inizia nel 1970 a Lugano. Realizza le prime case unifamiliari nel Canton Ticino e successivamente numerosi progetti in tutto il mondo.Da sempre impegnato in un’intensa attività didattica, nel corso degli ultimi anni si è attivato come ideatore e fondatore dell’Accademia di architettura di Mendrisio
Il suo lavoro è stato premiato con importanti riconoscimenti internazionali tra i quali il Merit Award for Excellence in Design by the AIA per il museo d'arte moderna a San Francisco, l’ IAA Annual Prix 2005, International Academy of Architecture di Sofia per la torre Kyobo a Seul, l’International Architecture Award del Chicago Athenaeum Museum of Architecture and Design e lo “European Union Prize for Cultural Heritage Europa Nostra” per la ristrutturazione del Teatro La Scala di Milano. Numerose sono le mostre dedicate alla sua ricerca.
Tra le realizzazioni vanno ricordate: il teatro e casa per la cultura a Chambéry; la galleria d’arte Watari-um a Tokio; la mediateca a Villeurbanne; il SFMOMA museo d’arte moderna a San Francisco; la cattedrale della resurrezione a Evry; il museo Jean Tinguely a Basilea; la sinagoga Cymbalista e centro dell’eredità a Tel Aviv; la biblioteca municipale a Dortmund; il centro Dürrenmatt a Neuchâtel; il MART museo d’arte moderna e contemporanea a Rovereto; la torre Kyobo a Seoul; gli edifici amministrativi Tata CS a Nuova Delhi e Hydrabad; il museo Fondazione Bodmer a Cologny; il centro pastorale Giovanni XXIII a Seriate e la biblioteca a Bergamo; la ristrutturazione del Teatro alla Scala di Milano, la chiesa del Santo Volto a Torino e il centro wellness ad Arosa.
Tra le opere in corso meritano di essere annoverati il nuovo casinò di Campione d’Italia, il complesso per uffici e residenze a Treviso, la biblioteca universitaria di Trento, il museo d’arte Bechtler a Charlotte, la galleria e museo d’arte della Tsinghua University in Beijing, gli uffici Leeum a Seoul, le stazioni della metropolitana di Napoli, il nuovo auditorio di Rimini, il museo dell’architettura a Mendrisio.


Per vedere la versione integrale del video, vai al seguente link:
http://www.youtube.com/user/Ordinevarese#p/c/953CC2731093F97E/0/rAb5Dgzu4z8

1 commenti:

Unknown

Sono finite le serate dedicate al progetto su Varese dell'Accademia di Mendrisio e vorrei ringraziare L'Ordine per aver fortemente voluto questi incontri e Andrea Ciotti per essere riuscito a concretizzare questo sogno e di averci dato la possibilità di ascoltare parole e idee di tanti illustri colleghi.
Le serate sono state tutte molto interessanti.
Forse inaspettatamente (chissà poi perchè :)!!) la più bella dal mio punto di vista è stata quella di V. Bearth, direttore dell'Accademia di cui non conoscevo i lavori devo dire molto affascinanti.
Insomma, grazie, è bello che ci siano occasioni per riflettere sul nostro lavoro, sulle sue potenzialità e per sognare un pò :)

V.R.

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