CHANDIGARH E BALKRISHNA V.DOSHI
VOGLIA DI INDIA…
Tra pietanze saporite e piccanti, profumi orientali e una calura estiva molto simile a qulla indiana, si è concluso, giovedì primo luglio, il ciclo “Cinema & Architettura” all’Ordine Architetti di Varese. Per una sera, il giardino e il salone della sede dell’Ordine si sono trasformati in un piccolo microcosmo indiano, dove tutto, dall’inizio alla fine, profumava di Oriente, di India. Per iniziare, gli ospiti hanno potuto assaggiare qualche delizia indiana all’aperto; la serata è proseguita poi all’interno, dove Sandro Rolla e Arun Hazarika hanno presentato un architetto indiano dalla fama internazionale: Balkrishna V.Doshi.
In realtà, a presentare l’architetto, non sono stati solo i due relatori, ma anche una serie di video e documentari sull’India.
“Per questa serata abbiamo optato per una presentazione particolare, poco lineare e frammentata” ha spiegato infatti Sandro Rolla “considerandola quale soluzione migliore per descrivere un Paese che non ha nulla di lineare”.
Stralci di documentari degli anni Sessanta come “Appunti per un film sull’India” di Pier Paolo Pasolini, intervallati a falsh di film contemporanei come “The Millionaire” di Danny Boyle, hanno mostrato i molteplici volti dell’India, dalla povertà estrema nelle baraccopoli, alla vita completamente separata delle alte classi sociali, dalle antiche tradizioni, al grande desiderio di modernità.
E proprio questo desiderio portò alla ricostruzione, negli anni Cinquanta, di una delle più famose città indiane, Chandigarh, per la quale vennero chiamati grandi architetti , come Le Corbusier: creare modernità, infatti ed erroneamente, significava, in quegli anni, rifarsi alle forme occidentali, risultate col tempo inadatte in Paesi orientali, con tradizioni ed esigenze diverse.
Ne è prova questa città, fondata su una regolarità e su concetti tipicamente occidentali, che purtroppo non appartengono alla visione orientale. Nonostante questo, i suoi abitanti, anche se convinti di non poterla vivere al meglio, sono orgogliosi della loro città, riconoscendo l’importanza e il valore degli edifici creati da personaggi geniali come Le Corbusier e. Doshi.
Toccò infatti all’architetto indiano Balkrishna V.Doshi, a cui è stata dedicata la serata di giovedì, l’arduo compito di portare avanti il progetto relativo alla città disegnato da Le Corbusier, con il quale lavorò in Europa e dal quale trasse importanti insegnamenti. Questi e molti altri gli aspetti emersi dai due filmati in cui Doshi è protagonista: conosciuto soprattutto per aver progettato la principale scuola di Architettura in India (Center for Environmental Planning & Technology, CEPT), nei video, appare non solo sotto la veste di architetto, ma soprattutto quale uomo dalla profonda spiritualità: in una lunga conversazione, racconta la sua vita, scandita dall’architettura, considerata da lui quale ricerca, “una ricerca che inizia sempre in qualche posto e che finisce altrove” e quale metodo di trasformazione, ma affronta anche tematiche trascendentali, citando il kharma, il destino, ciò che è irrevocabile e a cui nessuno si può sottrarre.
“Se permetti alla vita di fare il suo corso, atterrerai dove vuoi”: con il discorso di Doshi sul kharma si conclude la serata a lui dedicata e si chiude anche il ciclo “Cinema & Architettura”, al quale gli organizzatori, gli architetti Sandro Rolla ed Emanuele Brazzelli, hanno coraggiosamente dato un taglio particolare, non solo architettonico, ma anche estetico, sociale e filosofico. Un ciclo di serate che, affrontando tematiche insolite, arricchite dal commento di relatori competenti italiani e stranieri, ha permesso al pubblico di fare, ogni giovedì, per un mese, piccoli viaggi spaziali, attraverso sei città del mondo, salti temporali, lungo un secolo di storia, e percorsi culturali, attraverso musiche, cibi, video, e ovviamente, architettura!
Tra pietanze saporite e piccanti, profumi orientali e una calura estiva molto simile a qulla indiana, si è concluso, giovedì primo luglio, il ciclo “Cinema & Architettura” all’Ordine Architetti di Varese. Per una sera, il giardino e il salone della sede dell’Ordine si sono trasformati in un piccolo microcosmo indiano, dove tutto, dall’inizio alla fine, profumava di Oriente, di India. Per iniziare, gli ospiti hanno potuto assaggiare qualche delizia indiana all’aperto; la serata è proseguita poi all’interno, dove Sandro Rolla e Arun Hazarika hanno presentato un architetto indiano dalla fama internazionale: Balkrishna V.Doshi.
In realtà, a presentare l’architetto, non sono stati solo i due relatori, ma anche una serie di video e documentari sull’India.
“Per questa serata abbiamo optato per una presentazione particolare, poco lineare e frammentata” ha spiegato infatti Sandro Rolla “considerandola quale soluzione migliore per descrivere un Paese che non ha nulla di lineare”.
Stralci di documentari degli anni Sessanta come “Appunti per un film sull’India” di Pier Paolo Pasolini, intervallati a falsh di film contemporanei come “The Millionaire” di Danny Boyle, hanno mostrato i molteplici volti dell’India, dalla povertà estrema nelle baraccopoli, alla vita completamente separata delle alte classi sociali, dalle antiche tradizioni, al grande desiderio di modernità.
E proprio questo desiderio portò alla ricostruzione, negli anni Cinquanta, di una delle più famose città indiane, Chandigarh, per la quale vennero chiamati grandi architetti , come Le Corbusier: creare modernità, infatti ed erroneamente, significava, in quegli anni, rifarsi alle forme occidentali, risultate col tempo inadatte in Paesi orientali, con tradizioni ed esigenze diverse.
Ne è prova questa città, fondata su una regolarità e su concetti tipicamente occidentali, che purtroppo non appartengono alla visione orientale. Nonostante questo, i suoi abitanti, anche se convinti di non poterla vivere al meglio, sono orgogliosi della loro città, riconoscendo l’importanza e il valore degli edifici creati da personaggi geniali come Le Corbusier e. Doshi.
Toccò infatti all’architetto indiano Balkrishna V.Doshi, a cui è stata dedicata la serata di giovedì, l’arduo compito di portare avanti il progetto relativo alla città disegnato da Le Corbusier, con il quale lavorò in Europa e dal quale trasse importanti insegnamenti. Questi e molti altri gli aspetti emersi dai due filmati in cui Doshi è protagonista: conosciuto soprattutto per aver progettato la principale scuola di Architettura in India (Center for Environmental Planning & Technology, CEPT), nei video, appare non solo sotto la veste di architetto, ma soprattutto quale uomo dalla profonda spiritualità: in una lunga conversazione, racconta la sua vita, scandita dall’architettura, considerata da lui quale ricerca, “una ricerca che inizia sempre in qualche posto e che finisce altrove” e quale metodo di trasformazione, ma affronta anche tematiche trascendentali, citando il kharma, il destino, ciò che è irrevocabile e a cui nessuno si può sottrarre.
“Se permetti alla vita di fare il suo corso, atterrerai dove vuoi”: con il discorso di Doshi sul kharma si conclude la serata a lui dedicata e si chiude anche il ciclo “Cinema & Architettura”, al quale gli organizzatori, gli architetti Sandro Rolla ed Emanuele Brazzelli, hanno coraggiosamente dato un taglio particolare, non solo architettonico, ma anche estetico, sociale e filosofico. Un ciclo di serate che, affrontando tematiche insolite, arricchite dal commento di relatori competenti italiani e stranieri, ha permesso al pubblico di fare, ogni giovedì, per un mese, piccoli viaggi spaziali, attraverso sei città del mondo, salti temporali, lungo un secolo di storia, e percorsi culturali, attraverso musiche, cibi, video, e ovviamente, architettura!
Per vedere la versione integrale del video della serata, vai al seguente link:
http://www.youtube.com/user/Ordinevarese
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