"POSTCARDS FROM THE NETHERLANDS":GIUSEPPE SCAGLIONE, FILIP GEERTS

Ad aprire la conferenza è stato Scaglione, impegnato dal 1985 in progetti che fanno riferimento alla relazione tra architettura e urbanistica. E proprio il confronto tra urbanistica e architettura ha segnato l’inizio dell’ intervento del Professore che, forse anche con tono provocatorio, ha affermato che, ultimamente, le cose più interessanti prodotte in Italia non provengono “da esegeti dell’architettura, ma da una costola dell’architettura che è l’urbanistica”. Se l’architettura è ancora molto legata alle “Beaux artes”, e quindi impegnata a studiare forma e composizione, ha spiegato Scaglione, l’urbanistica, dovendosi confrontare con temi crudeli come la trasformazione della città, è un vero e proprio work in progress.
E, a proposito di città trasformate, Scaglione ha mostrato ai presenti lo scempio delle periferie di alcune città italiane, attraverso le immagini di importanti fotografi contemporanei: le fotografie della periferia di Milano scattate da Gabriele Basilico, piuttosto che quelle di Armin Linke che immortalano Napoli, mostrano “episodi inquietanti del percorso italiano”, ad opera di architetti scriteriati che hanno lavorato senza pensare al futuro


Per settecento anni gli olandesi hanno dovuto adattarsi e lottare contro il mare, con qualsiasi mezzo avessero a disposizione. E’ stata la particolare conformazione del territorio olandese a portare alla creazione di un altro concetto, quello di “Ramstad”, per cui la città, in Olanda, non è mai concepita come nucleo a se stante, ma è elemento integrante di un sistema di città collegate tra loro come una sorta di rete.
A livello urbanistico, esiste poi, in olandese, un vocabolo “Maakbaarhed”, che riassume il concetto di “costruire”, inteso sia come modo concreto di trasformare le idee in realtà, sia come concetto ideologico.
Nel suo excursus, Geerts si sofferma su due date

Nel 1901, anno in cui viene approvata la legge sul cohousing e viene realizzata la chiusura della Zuiderzee con una diga di 35 km nel mare, progettata da Plan Lely, architetti e urbanisti entrano in stretta relazione tra loro per riprogettare completamente il Paese.
E nel 1941, anno del bombardamento di Rotterdam e periodo di grandi distruzioni dovute alla guerra, l’Olanda viene obbligata a ripensare e riprogettare molte città. Tra queste, Rotterdam verrà ricostruita nel ‘44 per opera di Van Traa, e Amsterdam vedrà molti architetti, tra cui Lely, confrontarsi per trovare le soluzioni migliori.
La geografia, la conformazione territoriale e la storia dell’Olanda sono stati i fattori con cui, sempre, architetti e progettisti olandesi hanno dovuto fare i conti, arrivando a soluzioni estreme come i polder, e giungendo spesso a soluzioni che coniugano perfettamente la poiesis e la pragmaticità del piano, del “Maakbaarhed”.
Intervista a Giuseppe Scaglione
Intervista a Filip Geerts
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