venerdì 5 novembre 2010

DUTCH PROJECTS IN ITALY

Interscambio
Dopo la serata introduttiva del 26 ottobre, mercoledì 3 novembre, i relatori Matteo Bettoni, Maurice Nio e Boris Zeisser sono entrati nel cuore della tematica che percorrerà tutte le conferenze del ciclo "Postcards from the Netherlands": le opportunità di lavoro per gli architetti italiani in Olanda e i progetti degli architetti olandesi in Italia.
Esempio di giovane italiano trasferitosi momentaneamente in Olanda, Matteo Bettoni ha introdotto la serata descrivendo la sua esperienza personale e citando numerosi giovani talenti che, come lui, hanno avuto grandi opportunità in terra olandese. Il tutto, senza dimenticare i grandi nomi di architetti che hanno lasciato importanti contributi in Olanda, come Massimiliano Fuksas, Gio Ponti, Aldo Rossi, Alessandro Mendini e Renzo Piano. "Dagli anni Novanta a oggi abbiamo assistito ad un grande scambio tra Olanda e Italia", ha spiegato il giovane architetto, facendo riferimento in particolare ai nuerosi giovani italiani che hanno avuto occasione di lavorare con OMA, lo studio fondato da Rem Koolhas: tra questi, Bettoni cita Mauro Parravicini, Andrea Bertassi, Maurizio Scarciglia, Cristina Cassandra Murphy, architetti nati tra il 1975 e il 1980 -quindi giovanissimi- che, dall'esperienza con OMA, hanno saputo ricavare grandi spunti tradotti poi, in alcuni casi, nella pratica, in progetti italiani. Lo stesso Matteo, in Olanda, ha avuto modo di girare tra studi (Group A, Erc Van Egeraat e Kcap) e e ora sta seguendo un progetto in Italia per la zona di Milano Fiori.
Dalle esperienze degli italiani in Olanda, la serata vira poi verso i progetti degli olandesi nel Bel Paese: a iniziare è l'architetto Maurice Nio che illustra il grande progetto di ampliamento per il Museo Pecci a Prato, il concorso per la "Porta di Milano" a Malpensa, il progetto per la stazione di Oristano. Per ogni progetto Nio spiega l'idea generatrice, spesso tratta dal mondo naturale, i problemi incontrati durante i lavori, le tempistiche spesso troppo dilatate. Progetti che l'architetto, a priori, considerava "Missions impossible", ma che ora, come lui stesso afferma, lo hanno reso molto popolare, forse più in Italia che in Olanda.
A concludere la serata è l'architetto Zeisser che delinea un excursus della sua carriera, attraverso i progetti da lui realizzati in Svezia, in Olanda, in Thailandia e ovviamente in Italia, a Monza. Per il progetto italiano, costituito da quattro palazzi residenziali, Zeisser riversa la sua cifra stilistica, quella cioè di ricreare effetti naturali nei particolari architettonici. In questo caso, l'effetto ricreato è quello della caduta delle foglie, per il quale ha dovuto affrontare e risolvere molti ostacoli con la committenza. "Un'esperienza interessante quella di Monza", spiega Zeisser, "ma molto complicata". Il problema fondamentale, secondo l'architetto, è "riuscire a rapportarsi, su un piano culturale,con i clienti e con il team, perchè se si rimane solamente su un livello tecnico, il progetto difficilmente viene compreso". "Se si riesce a coinvolgere il cliente e a spiegargli la storia del progetto è fatta", conclude l'architetto, "se no il progetto si riduce ad essere solo un elemento formale, niente di più". Un rapporto di amore e odio, fatto di numerose problematiche, ma anche di notevoli soddisfazioni dunque, ha caratterizzato le esperienze dei due architetti olandesi in Italia, eseperienze che sollevano importanti questioni e che potranno essere di grande aiuto per chi, in fututo, si dovrà rapportare con architetti stranieri.



Per vedere la versione integrale del video della serata, vai al seguente link
http://www.youtube.com/user/Ordinevarese?feature=mhum




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